“La luce si fa forma”, installazioni di Felice Nittolo nel Battistero Neoniano, nella Cappella e nel Museo Arcivescovile

Più informazioni su

Nell’ambito di RavennaMosaico, la VI Biennale del Mosaico Contemporaneo, sabato 5 ottobre durante la Notte d’Oro s’inaugura LA LUCE SI FA FORMA installazioni di Felice Nittolo nel Battistero Neoniano, nella Cappella Arcivescovile o di Sant’Andrea e nel Museo Arcivescovile, a Ravenna, a cura di L. Kniffitz.

Il Battistero Neoniano di Ravenna (Piazza Duomo) conserva all’interno un raffinato apparato decorativo, attribuito alla committenza del vescovo Neone, tra il 450 e il 475. A pianta ottagonale, come era in uso per i Battisteri per ricordare il dies octavus – che nel Nuovo Testamento è il giorno della resurrezione di Cristo – presenta lati alternativamente rettilinei e absidati. Entrando lo sguardo viene catturato dalla perfetta fusione tra decorazione musiva e spazio architettonico: il mosaico integra e in parte sostituisce gli elementi architettonici dissimulando la struttura muraria. Nel disco sommitale un Cristo dalle fattezze apollinee è immerso nudo nelle trasparenti acque del fiume Giordano. Il Battista con la mano destra versa l’acqua sul suo capo, mentre dal cielo scende una colomba ad ali spiegate, lo Spirito Santo. Nella fascia sottostante si snoda il corteo solenne dei dodici apostoli, che sembrano incedere senza posa, grazie a impercettibili torsioni dei corpi. Più in basso una terza fascia è divisa in otto settori da candeliere: in ogni settore è raffigurata un’esedra fiancheggiata da portici, che contiene alternativamente un trono e un altare, mentre nei portici laterali, ancora in alternanza, sono rappresentati viridari e seggi vuoti. Si tratta dell’Etimasia, tema iconografico che prefigura il ritorno del Cristo sulla terra per il giudizio universale.

Felice Nittolo, attraverso poche opere tridimensionali, riesce a rafforzare in forma simbolica quanto viene narrato nel programma teologico dei preziosi mosaici della cupola. La Croce d’oro posta sulla grande vasca battesimale rafforza e rende visibile l’attributo di Victor proprio del Cristo che ritorna nel Giudizio Universale, sottinteso nell’Etimasia soprastante.

Le tre sfere dorate, forme archetipiche collocate nella prima Cappella a sinistra dell’entrata, rimarcano il movimento rotatorio che parte dal culmine della cupola, suggerito anche dall’alternanza dei soggetti e delle figure, che sembra perpetuarsi all’infinito.

Ma al contempo le tre sfere hanno un ulteriore significato: alludono alla Trinità, alla divinità comune a tre persone consustanziali, Padre, Figlio e Spirito Santo, che si ritrova nella scena del Battesimo, alla sommità della cupola.

Questo edificio è noto anche come Battistero degli Ortodossi, in contrapposizione al credo ariano dichiarato eretico. Con questa installazione l’artista crea una dimensione simbolica, formale e luminosa di due profondi significati spirituali e teologici: il Cristo vincitore del Giudizio Universale, e il mistero della Trinità.

Installazione nel Battistero: Trascendenza

Tre sfere dorate, 2018/2019, laterizio giallo, oro bizantino, marmo giallo Siena, smalto vetroso, su malta, diametri 30, 40, 50 cm. Croce dorata, 2001, laterizio giallo, oro bizantino, marmo giallo Siena, smalto vetroso, su malta, 200 x 44 x3 cm.

 

La Cappella Arcivescovile, o Oratorio di S. Andrea, venne innalzata durante il vescovato di Pietro II (494-519), all’interno dell’Episcopio, quale oratorio privato dei Vescovi cattolici, quando il culto dominante a Ravenna era quello ariano dei Goti.

Da tutta la decorazione musiva emerge chiaramente la volontà di riaffermare la supremazia della fede cattolica nei confronti dei nuovi dominatori eretici. Il mosaico che decora la lunetta sopra la porta di ingresso al nartece raffigura un Cristo giovane, in abiti militari, col capo cinto da nimbo crucisegnato, che regge con la mano destra una lunga croce e con la sinistra un libro aperto, mentre calpesta i saeva crimina, le forze del male, rappresentate dal leone e dal serpente.

L’installazione di Nittolo si concentra nell’abside, esplicitando, attraverso due sculture musive essenziali, risplendenti di luce dorata – una croce e una sfera – il ruolo del Cristo militans, ma anche del Salvator mundi, in perfetto accordo con la decorazione del catino absidale, di cui riprende configurazione e accordi cromatici, e dando forma alle parole – una citazione dal vangelo di Giovanni – iscritte nel libro retto dal Cristo: “Ego sum via, veritas et vita”.

Installazione nella Cappella: Trascendenza

Una sfera dorata, 2018, laterizio giallo, oro bizantino, marmo giallo Siena, smalto vetroso, su malta, diametro 30 cm. Croce dorata, 2000, laterizio giallo, oro bizantino, marmo giallo Siena, smalto vetroso, su malta, cm 180x42x3.

 

Nel Museo Arcivescovile l’opera pittorica Profanazione, presenza, assenza, realizzata a tecnica mista, viene messa a confronto con il lacerto musivo della Madonna Orante, del XII secolo, esposto nella sala del Museo Arcivescovile che ospita i brani superstiti del mosaico absidale del Duomo di Ravenna, distrutto nel XVIII secolo. Qui l’artista compie il passaggio inverso, non crea simboli dotati di una terza dimensione, simula piuttosto il sottofondo di un’immagine musiva, o ciò che ne resta dopo uno strappo maldestro. Tracce, vestigia di un passato ormai perduto: abbandonata la pietra e il vetro dorato, si concentra sul gesto pittorico e sull’assenza-presenza delle tessere nella malta

Una restituzione per sottrazione, quasi monocromatica, dell’archetipo della Vergine orante: una fragile, frammentaria ed evanescente figura di Vergine con le braccia aperte.  I tratteggi, che ricordano il lavoro del bulino, vengono racchiusi da un profilo d’oro, per rimarcarne la dimensione sacra.

Museo Arcivescovile: Madonna Orante. Profanazione, presenza, assenza, 2011

Tecnica mista, impronte di tessere nella malta, carta velina, tela, acrilico su legno, 100 x 100 cm.

Le installazioni di Felice Nittolo sono visitabili fino al 24 novembre. Inaugurazione il 5 ottobre (Notte d’Oro). Dal 6 ottobre al 4 novembre dalle 9 alle 19, dal 5 al 24 novembre dalle 10 alle 17.

Felice Nittolo

Più informazioni su