Un ricordo di Andrea per quello che era: una persona dotata di grande personalità, forte e generosa

Più informazioni su

Il cordoglio per la scomparsa dell’Ing. Andrea Gambi ha portato nell’immediatezza dell’evento a manifestazioni istituzionali sincere e commoventi che ne hanno tracciato un profilo personale e professionale veritiero ed intellettualmente onesto, come doveroso che fosse, che non posso che sottoscrivere ed alle quali è ben difficile aggiungere ulteriori commenti.

Ritengo peraltro giusto che sia data voce anche ai sentimenti di affetto, di stima e di ammirazione degli amici più veri che hanno percorso con Andrea un tratto di vita che si è rilevato essere troppo breve e che sono rimasti anch’essi sgomenti ed impotenti di fronte al succedersi così repentino degli eventi, che negano persino ai familiari ed agli amici la possibilità di poter tributare un giusto e commosso saluto.

Ho condiviso con Andrea gli anni giovanili delle Scuole Superiori e poi dell’Università sino a affrontare in ACMAR da ingegneri neofiti un’esperienza lavorativa fianco a fianco durata poi oltre 20 anni, irta certo di difficoltà ma anche di successi lungo un cammino che Andrea sapeva sempre proiettare in avanti e connotarlo con la sua impronta di innata progettualità che si è riverberata prima sugli aspetti più specifici dell’Ingegneria Strutturale, in cui Andrea era un vero gigante e che nel tempo ne hanno sempre caratterizzato l’azione, e poi sull’organizzazione manageriale del lavoro, che ne ha contrassegnato la fulgida carriera in ambito privato e pubblico più conosciuta.

L’amicizia consolidata negli anni più spensierati sui campi di calcio e nelle occasioni conviviali, che da buon romagnolo amava concedersi, è poi diventata un riferimento certo e sicuro, sino a scambiarci i ruoli di testimoni di nozze nei momenti più felici e sereni della vita. Un legame profondo e sentito al quale non servivano molte parole per affermare le idee ed i principi che per Andrea erano irrinunciabili. Anche quando poi i percorsi professionali si sono divisi non sono mai mancate numerose occasioni per rinsaldare e ribadire un’amicizia vera e sincera che il distacco non aveva certo smorzato e di cui abusavo quando le difficoltà della vita o della professione mi portavano a richiede il suo illuminato parere.

In questo amaro e triste momento mi piace quindi ricordare e far ricordare Andrea per quello che era: una persona vincente, dotata di grande personalità, come i veri leader hanno e devono avere, con un carattere forte e generoso al tempo stesso, aperto ai confronti leali ed anche decisi ma sempre intellettualmente onesto, dentro e fuori dal lavoro, prerogativa e qualità che ne hanno fatto una persona assolutamente eccezionale. Pragmatismo, solidità, competenza, questo sapeva esprimere Andrea unitamente ad una preparazione ed una conoscenza davvero impressionanti con le quali affrontava tutti i temi e le sfide del lavoro ma anche dello sport amatoriale, non ultimo quello della bicicletta a cui tanta passione ha dedicato negli ultimi anni specie nelle gare di gran fondo. Mi commiato così da Andrea ricordando il suo arrivo a Cesenatico sul traguardo della Nove Colli al termine di una impresa epica, preparata con una meticolosità ed un rigore degni di un vero professionista delle due ruote, che rappresentò una soddisfazione personale ambita ed alla fine meritatamente conseguita, una metafora della sua vita.

Con questo ricordo mi congedo da un caro amico e dai suoi familiari, che ammanto idealmente entrambi con un grande abbraccio a cui si uniscono gli amici Vincenzo Bosi ed Elvio Cangini e tutti gli altri amici che hanno saputo apprezzare le qualità umane di Andrea.

Maurizio Lenzi – Direttore Tecnico Acmar

 

Più informazioni su