Linea Rosa e Opi ricordano Simona Adela Andro a 7 anni dal femminicidio

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Ricorre quest’oggi il settimo anniversario della morte di Simona Adela Andro, l’infermiera trentaseienne ravennate uccisa dal compagno Valer Ispas Baciu il 2 aprile 2013.

Un atto di inaudita violenza, ricordato ogni anno nel giorno del triste anniversario da Linea Rosa e OPI Ravenna, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche locale di cui Adela faceva parte. “Quest’anno per ovvie ragioni legate alla pandemia in corso non è possibile commemorare pubblicamente Adela ma ci stringiamo insieme, seppur a distanza, nel suo ricordo, trovando al contempo l’occasione per condannare ancora una volta con fervida veemenza atti di simile crudeltà”, dichiara la presidente di Linea Rosa Alessandra Bagnara.

Rimandato dunque a data da destinarsi l’avvio ufficiale del progetto “MUOVITI IN CARCERE – MAI PIÙ’ UOMINI VIOLENTI”, un percorso in due fasi rivolto ai detenuti della Casa Circondariale della nostra città.

“Il progetto vuole suscitare una riflessione partendo dalla proiezione del film-documentario “Ma l’amore c’entra?” di Elisabetta Lodoli, in cui si riportano le testimonianze di uomini dal passato macchiato da episodi di violenza domestica, ma che hanno intrapreso un percorso di cambiamento. Successivamente verranno organizzati incontri volti a sviluppare la consapevolezza del proprio agito problematico e favorire un cambiamento positivo nelle relazioni di vita”, spiega la presidente di OPI Ravenna Paola Suprani.

L’intera attività di informazione e sensibilizzazione è stata promossa da Associazione Dalla Parte dei Minori, Linea Rosa, Muoviti/Coop. Libra, Lions Host e OPI Ravenna, e finanziata da Banca Credito Cooperativo, Lions Host e OPI Ravenna.

“Non poter fisicamente schierarsi contro la violenza sulle donne non significa che Linea Rosa non ci sia, al contrario, pur nel rispetto delle limitazioni imposte, le nostre operatrici sono quotidianamente al lavoro per combattere quella che sta diventando una vera e propria emergenza sociale. Ricordiamo a tutte coloro che si trovano in difficoltà che anche in questo periodo di reclusione forzata si può trovare il modo di sfuggire al proprio aguzzino e di denunciarne i maltrattamenti al numero 0455 216316, approfittando di quei brevi momenti di uscita per servizi e/o commissioni, oppure inviando una mail a linearosa@racine.ra.it”, conclude Alessandra Bagnara.

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