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Piccoli gruppi, triage all’ingresso e sanificazioni. Come saranno i centri estivi e la scuola del domani

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Ancora nessuna novità sulla riapertura per fine maggio dei servizi educativi da 0 a 6 anni, possibilità sponsorizzata dal sindaco di Ravenna, Michele de Pascale nelle scorse settimane e sulla quale si continua a lavorare per definire linee guida nazionali.

“Non c’è ancora nulla di ufficiale – spiega l’assessora all’istruzione del Comune di Ravenna Ouidad Bakkali -. Per ora c’è solo una bozza di indicazioni prodotte dal Ministero per le Politiche della Famiglia guidato da Elena Bonetti, attualmente al vaglio del Comitato tecnico-scientifico. Finchè non si sbolcca questo passaggio, siamo in stand by”.

Nel frattempo, gli uffici comunali sono impegnati in attività preventive di organizzazione come la mappatura degli spazi da utilizzare per le attività con i bambini, la valutazione della disponibilità sul mercato dei dispositivi di protezione da utilizzare, le modalità organizzative sull’accoglienza dei bambini, nell’ottica di quanto anticipato dalla bozza del Ministero.

COSA PREVEDE LA BOZZA

In primis la prevalenza dell’attività in spazi aperti, favorendo la cosiddetta “outdoor education”, sulla quale i servizi per l’infanzia ravennati hanno già puntato molto negli ultimi anni. Ma anche un attento triage all’ingresso sia per i bambini che per gli educatori, con misurazione della temperatura corporea, valutazione dello stato generale di salute dei bambini, vietando l’ingresso a chi manifesta stati di malessere.

E poi ancora, postazioni che permettano il lavaggio delle mani con acqua e sapone o gel igienizzanti prima di accedere agli spazi comuni, ingressi scaglionati sia per l’accesso che per l’uscita e l’impossibilità per gli adulti accompagnatori di entrare nelle aree adibite alle attività dei piccoli.

I bambini, secondo quanto previsto in quella che finora è una bozza ministeriale, dovranno essere accompagnati fino alla porta, dove li accoglieranno gli operatori, possibilmente sempre dagli stessi accompagnatori, meglio se non anziani, nell’ottica di tutelare al massimo le fasce di popolazione più esposte al contagio.

Le attività dovranno essere svolte in piccoli gruppi. I rapporti ipotizzati sono di 1 a 3 per la fascia del nido, 1-5 per quella della materna, 1-7 per le elementari e 1-10 per la secondaria e gli educatori dovranno essere il più possibile gli stessi per tutta la durata delle attività. Questo permetterebbe di limitare le occasioni di potenziale contagio e facilitare le operazioni di tracciamento, nel caso si verifichi.

Durante le attività poi, si prevede che avvengano periodiche sanificazioni degli spazi utilizzati in comune (come i bagni) e degli oggetti condivisi, certamente prima che vengano utilizzati da nuove persone.

Per quanto concerne i Centri Estivi, cioè le attività pensate per i bambini da giugno, dopo la fine della scuola, l’assessora afferma: “Stiamo aumentando le sedi che mettiamo solitamente a disposizione per lo svolgimento. Anche qui però siamo in attesa delle linee guida ufficiali e dei risultati dei bandi in corso, perché i centri estivi sono organizzati da soggetti esterni al Comune”.

“Speriamo che queste linee guida arrivino in tempo per permetterci di chiudere l’anno educativo almeno per i più piccolini con un saluto, ovviamente nel rispetto di ogni norma di sicurezza per tutti”, auspica l’assessora.

Anche alla ripresa, a settembre, troveremo di certo una scuola diversa da quella che abbiamo lasciato, ma qui è davvero troppo presto per fare ipotesi. La bozza di cui abbiamo sin qui parlato riguarda l’estate. Per settembre ci saranno altre linee guida, allo studio della commissione che fa capo al Ministero dell’Istruzione.

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