Libera la Musica a Bagnacavallo: concerto con le musiche Beethoven al Chiostro di San Francesco

Più informazioni su

Un gigante della musica classica sarà il protagonista della ripresa dopo il lockdown della stagione di Libera la musica, realizzata da Accademia Bizantina, questa volta negli spazi all’aperto del Chiostro di San Francesco a Bagnacavallo. Appuntamento martedì 4 agosto alle 21. Dalle 20 presso il bar del Chiostro, aperitivo col musicista Gianni de Rosa.

È infatti su Ludwig van Beethoven che il trio “Il Furibondo” incentra questo programma di trii, scritti dal compositore tedesco nel 1797 mentre si trovava a Vienna per perfezionarsi con Haydn. Non a caso Beethoven rivolse la sua attenzione al trio, un genere che aveva il duplice pregio di poter essere eseguito agevolmente nei salotti nobiliari e di avere un notevole mercato tra i numerosi musicisti dilettanti presenti a Vienna. E ascoltando queste composizioni possiamo riconoscere in nuce una prefigurazione dei monumentali capolavori della piena maturità del maestro di Bonn.

E riprende anche la novità (molto apprezzata dal pubblico) di quest’anno di Libera la musica, ossia l’appuntamento prima di ogni concerto con l’aperitivo in compagnia del musicologo, in questo caso Gianni de Rosa, con il quale approfondire il programma che verrà eseguito.

I biglietti sono acquistabili esclusivamente online a questo link:
https://www.vivaticket.com/it/biglietto/trii-di-beethoven/149586

Per coloro che fossero già in possesso del biglietto o dell’abbonamento, potranno utilizzarlo esibendolo in biglietteria la sera del concerto.

Il programma

Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 – Vienna 1827)
Trio per archi in sol maggiore op. 9, n. 1
Adagio. Allegro con brio
Adagio, ma non tanto e cantabile
Scherzo. Allegro
Presto

Trio per archi in do minore op. 9, n. 3
Allegro con spirito
Adagio con espressione
Scherzo. Allegro molto e vivace. Trio
Presto

Il concerto

Nel 1792 Beethoven, pianista e compositore ventitreenne, si trasferì da Bonn a Vienna per perfezionarsi con il grande maestro di Rohrau, Franz Joseph Haydn, che nutriva per questo giovane ombroso una profonda stima, tanto da volerlo aiutare nel ritagliarsi un posto di spicco nella capitale musicale europea. Una persona eccentrica come il giovane Beethoven non sarebbe mai stata ammessa nei raffinati salotti nobiliari di Vienna, ma questo goffo provinciale aveva un talento così brillante da spingere gli aristocratici della capitale a perdonargli ogni stranezza e i frequenti cambiamenti d’umore.

In questi anni Beethoven si dedicò soprattutto al repertorio cameristico, con la determinazione di affermarsi come compositore e concertista free lance, una carriera che era stata accarezzata prima di lui da parecchi altri musicisti, compreso il da poco scomparso Mozart.

Per ottenere il successo sperato, queste opere dovevano avere una gradevole melodiosità – “alla Mozart”, per intenderci – e una scrittura non troppo complessa, per favorirne al massimo la diffusione. Nel 1797 Beethoven iniziò a scrivere una nuova raccolta di trii per violino, viola e violoncello. Contrariamente alla prassi settecentesca, Beethoven non si limitò però a comporre tre opere di gradevole ascolto, ma diede a ognuna un carattere – si potrebbe addirittura dire un’anima – propria, la prima pervasa da una loquace espansività, la seconda da una serenità distesa e ottimista e la terza – in do minore – da un taglio decisamente drammatico, nel quale possiamo riconoscere in nuce una prefigurazione dei monumentali capolavori della piena maturità.

Rispetto agli altri due lavori dell’op. 9, il Trio in do minore sembra quello più pregevole sotto l’aspetto artistico, grazie a una scrittura che pone i tre strumenti sostanzialmente sullo stesso piano e a contenuti particolarmente intensi, nei quali si può ravvisare quell’eroismo impavido che ha reso famoso il suo autore. Chi ascoltò questo trio non poté non rendersi conto che Beethoven avrebbe scritto un nuovo capitolo della storia della musica, espressione di un mondo che stava per cambiare per sempre grazie alla ormai imminente epopea napoleonica e alla piena affermazione della sensibilità romantica.

Il Furibondo String Trio

Il trio d’archi “Il Furibondo” si costituisce nel 2011 a Milano per iniziativa di Liana Mosca (violino), Gianni de Rosa (viola) e Marcello Scandelli (violoncello). I tre musicisti collaborano abitualmente con ensemble leggendari della musica antica come “Il Giardino Armonico” e “Le Concert des Nations”. Affrontano un repertorio che spazia dal Barocco, con strumenti d’epoca, fino al Novecento storico. “Il Furibondo” riprende il termine con il quale Giuseppe Tartini definì lo stile esecutivo del grande violinista Francesco Geminiani.

Fin dall’esordio il trio si è posto ai vertici dell’interpretazione musicale con la registrazione delle Fughe di Bach trascritte da Mozart incise per l’etichetta discografica Stradivarius. Da allora sono molti gli importanti passaggi radiofonici e i concerti in Italia e in Europa, tra cui quelli per le Settimane Musicali Meranesi, Ceresio Estate a Lugano, Milano ArteMusica, Paesaggi Musicali Toscani, Rencontres Internationales Harmoniques a Ginevra. Recentemente sono stati pubblicati per la casa discografica “SOLOmusica” i Trii di Max Reger op 77b e 141b, con il contributo scientifico del Max-Reger-Institut di Karlsruhe. In prossima uscita per la casa Accent musiche di Haydn, Wagenseil e Gluck con l’arpista Margareth Köll e il flautista Marcello Gatti e per l’etichetta Da Vinci i quartetti di Federigo Fiorillo con il flautista di Lello Narcisi.

Il Chiostro di San Francesco è in Via Luigi Cadorna, 10 a Bagnacavallo (Ra)

INFO:
www.accademiabizantina.it
info@accademiabizantina.it
tel. 0545 61208

Più informazioni su