Il colore del Niballo è libero da connotazione di carattere razzista, ma sollevare il dubbio è segno di civiltà

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In relazione alle dichiarazioni e alle polemiche, alcune surreali, apparse sui social e sulla stampa locale in merito all’aspetto del nostro Niballo, il Partito Democratico di Faenza fa presente che, contrariamente a quanto riportato, non ha né ha avuto in agenda un’eventuale modifica del colore del fantaccino dato alle fiamme nella oramai tradizionale Not de Bisó.

Non tanto perché ci sono questioni più importanti, gravi ed urgenti a cui pensare, seguite per altro con attenzione, competenza ed efficacia da una amministrazione in gran parte targata PD. E nemmeno per mostrare un’eccessiva devozione all’ipotetica storicità di una tradizione plurisecolare.  Il Palio, che amiamo ed apprezziamo per i suoi risvolti sportivi, sociali e culturali, è una manifestazione nata qualche decennio fa, che ha voluto richiamarsi ad un periodo affascinante ed importante per la storia della nostra città e del nostro Paese, ma non è una manifestazione tradizionale tramandata nei secoli. E in linea di principio ci sembra francamente eccessivo rivendicarne una presunta immodificabilità.

Siamo semplicemente convinti che le migliaia e migliaia di persone che, dal 1964 in poi, hanno assistito al rogo del Niballo lo abbiano fatto con animo libero da qualsiasi connotazione di carattere razzista, identificando nel fantoccio l’anno da lasciarsi dietro, coi suoi problemi e le sue brutture, per affrontare quello nuovo con fiducia e serenità, non certo il simbolo di una diversità etnica da contrastare.

Troviamo risibili le polemiche e le levate di scudi registrate in questi giorni a difesa di una presunta sacralità del Palio. Viviamo in una società in cui la sensibilità verso le possibili discriminazioni di genere/etnia/orientamento sessuale è per fortuna molto maggiore di quella degli anni ‘60, nei quali, per esempio, si usava l’espressione “negro” non solo nel linguaggio comune ma anche nei media e nel discorso pubblico.

Il fatto che le persone oggi si facciano venire il dubbio che bruciare un’effige che potrebbe sembrare connotata etnicamente possa urtare la sensibilità di molti è un segno di civiltà e attenzione a quello che ci sta intorno e merita rispetto.

Un plauso dunque alla nostra Giulia Bassani e ai Giovani Democratici che, nel dare forma e contenuto alla loro passione politica, si fanno domande e provano a dare risposte o perlomeno a formulare qualche ragionamento. Politica può (e deve) essere anche pensare ad un mondo migliore (per tutti) e cercare di realizzarlo.

Partito Democratico Faenza

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