Ravenna, Rosetta Berardi e tutti i numeri di Dante, un grande mosaico di scrittura in 201 tavole calligrafiche

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Non tutte le restrizioni per il Covid vengono per nuocere. Certo, tutti o quasi ne faremmo volentieri a meno, ma in qualche caso la segregazione forzata in casa e la forte limitazione delle relazioni sociali – niente mostre, niente musei, niente cinema, niente teatri, niente ristoranti, niente di niente – possono spingere i creativi e gli artisti a produrre qualcosa di originale e di impensato o impensabile fino a un minuto prima. E così è accaduto a Rosetta Berardi, artista ravennate, che sta dando vita a un’opera a suo modo monumentale dedicata a Dante: Quando è Dante a dare i numeri. Questo il titolo. Si tratta di un’installazione grafica a parete di 201 schede (30×21 cm cadauna, ovvero la misura dei 201 fogli di carta Fabriano che compongono l’installazione) eseguite con 16 penne stilografiche e 16 inchiostri differenti sulla numerologia dantesca. La tecnica usata da Rosetta Berardi è la scrittura su carta con penne stilografiche Visconti (Gioacomo Leopardi), Visconti (Le stagioni primavera), Visconti (Gialla resina), Parker (oro), Montblanc (homage a W. A. Mozart), Waterman (Paris), Pelikan (Revival), Pelikan (Toledo), Pelikan (verde), Pelikan (rossa/argento), Parker (seppia), Aurora (blu/rossa), Yves Saint Laurent (blu nuit), Scheaffer (argento/nero), Montegrappa, Stilus.

“In questo periodo particolare della nostra esistenza, confinati in casa, si fanno lavori che in tempi normali non si fanno. E qualche volta scatta qualcosa. L’idea mi è nata dopo aver ritrovato nell’armadio del mio studio diverse penne stilografiche che mi sono state regalate, negli anni, da persone che conoscevano questa mia passione. – dice Rosetta Berardi – E prima di tutto da parte di mio marito Ivan (Ivan Simonini, editore e saggista, ndr). Ho sempre amato scrivere con la penna stilografica, ma ora ormai da diversi anni non si scrive più a mano, sono rari quelli che ancora lo fanno. Mi è presa così una gran voglia di scrivere, come si faceva in passato, di usare le stilografiche, di respirare l’odore dell’inchiostro, di sentire la morbidezza del pennino che scorre sul foglio.”

Aggiunge: “Così è nata l’idea di creare un’opera dedicata a Dante Alighieri. Naturalmente la vicinanza con Ivan non è casuale, lui sempre immerso nella lettura, negli studi e nei suoi saggi sul poeta. La numerologia dantesca mi è subito sembrata la chiave più interessante e idonea da esplorare per realizzare il progetto che ho intitolato Quando è Dante a dare i numeri. Ci sono dei numeri che ricorrono più volte nella Divina Commedia. Dedico una scheda nera per il numero che prendo in considerazione e trascrivo (come un mantra), accostando le parole a un motivo perpetuo,  la stessa scheda su carta bianca per 16 volte, con 16 stilografiche (una per ogni scheda) e 16 inchiostri di colori diversi. Ecco che in questo modo utilizzo tutte le penne ognuna con un proprio calamaio d’inchiostro.”

Rosetta Berardi

Abbiamo così il numero tre, per esempio, con tre donne (Maria, Santa Lucia e Beatrice), tre fiere (leopardo, leone e lupa), tre guide (Virgilio, Beatrice, San Bernardo), tre cantiche (Inferno, Purgatorio, Paradiso), tre fiumi (Acheronte, Stige, Flegetonte), tre centauri (Chirone, Folo, Nesso). Oppure il numero sette, con i sette giorni della Creazione, le sette Virtù, i sette doni dello Spirito Santo, i sette Cieli, i sette Sacramenti, i sette Vizi capitali, i sette sigilli dell’Apocalisse e così via.

“Quando ho pensato a questo progetto, non sapevo quale risultato potessi ottenere, ma per vedere la resa di un’opera, questa va realizzata. È l’unico modo. Non c’è un’altra strada. Fino ad oggi ho ultimato circa 90 schede, una quantità sufficiente per rendermi conto del risultato finale. – continua la Berardi – È un lavoro certosino, di precisione, di attenzione e che richiede tempo e pazienza. Non è un caso che io abbia pensato a quest’opera proprio in lockdown. L’ho iniziata nel mese di ottobre e sta riempiendo tutte le mie giornate. Oltre al piacere di comprendere la Divina Commedia c’è un compiacimento grafico che porta a un risultato estetico che avvicina l’opera a un grande mosaico di scrittura. Infatti le schede sono in parte scritte, in parte vergate con segni grafici, con una scrittura inventata potrei dire.”

Un lavoro da amanuense come nelle abbazie cistercensi del medioevo e chissà che Rosetta non sia stata influenzata in questo senso anche dall’adorata Sofy, la sua gatta certosina che si aggira sempre fra i libri. Oppure un finissimo lavoro di scrittura come nei laboratori di Istanbul e Damasco, di Bagdad e Isfahan dove un tempo si coltivava l’arte nobile della calligrafia. La consulenza scientifica per la numerologia dantesca è quella del compagno Ivan Simonini. E così da una costrizione nasce questo singolare e originalissimo omaggio a Dante nell’anno del Settimo Centenario. L’intento di Rosetta è quello di creare 201 tavole atte a coprire un’intera parete di uno spazio espositivo. E ovviamente di mostrarle.

“Quando avrò finito l’opera, costruirò l’installazione su una parete di una delle bellissime sale della Maison Random a Palazzo Baronio a Ravenna (il settecentesco palazzo edificato da Domenico Barbiani, oggi su via Raul Gardini 16, ndr) per fotografarla e per poterla proporre e un giorno esporla se si presenta l’opportunità” conclude Rosetta Berardi.

Rosetta Berardi
Rosetta Berardi

 

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