Incendio Lotras di Faenza, le risposte di Arpae alle domande di Legambiente Lamone

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In merito alle domande poste da Legambiente Lamone, a proposito dell’intervento di Arpae a seguito dell’incendio della Lotras di Faenza del 9 agosto 2019,  Arpae ha precisato che:

Arpae Emilia-Romagna, come tutte le Agenzie per l’ambiente italiane, per valutare la diffusione e la ricaduta degli eventuali inquinanti a seguito di incendi, adotta un protocollo che, applicando il principio di precauzione, effettua il monitoraggio della qualità dell’aria posizionando gli strumenti di misura nei luoghi nei quali si stimano le ricadute più significative.

In particolare, le linee guida tengono conto di:

tipologia dell’evento (ad esempio, un incendio di grandi dimensioni con il coinvolgimento di quantitativi di materiale eterogeneo);
condizioni meteoclimatiche presenti al momento dell’evento;
previsioni sull’evoluzione delle condizioni meteorologiche nelle successive 72 ore all’incendio (che per Arpae sono state quelle fornite dalla sala operativa della Struttura Idro-Meteo-Clima).

Nel caso dell’incendio alla Lotras di Faenza, questi criteri – tenendo conto dell’assenza di correnti discendenti che hanno fatto sì che il fumo rimanesse in quota – hanno permesso di individuare nell’area Sud-Ovest di Faenza quella più impattata. Pertanto, si è scelto di posizionare il campionatore in quella zona, sito sensibile e pubblico (una scuola). Per disporre di maggiori informazioni è stato disposto il posizionamento di un campionatore ad alto volume anche a Forlì.

Pur considerando che i venti nel corso della giornata cambiano direzione, per meglio valutare l’impatto di un evento in evoluzione non è opportuno cambiare postazione per inseguire (e sempre a posteriori) le direzioni dei venti. Inoltre, l’evoluzione nel tempo delle concentrazioni degli inquinanti in un punto fisso di riferimento consente, con l’uso di modelli di diffusione degli inquinanti, di “tarare” i risultati modellistici e stimare le ricadute anche in altre aree della città utilizzando le condizioni meteorologiche che si sono effettivamente verificate.

Relativamente ai tempi per “ufficializzare i dati delle analisi”, si fa presente che le analisi – in particolare di diossine e IPA – sono particolarmente complesse e richiedono, dopo il campionamento che dura comunque 24 ore, la preparazione (estrazione) del campione, l’iniezione, la verifica, il calcolo del dato, operazioni che fanno sì che il “tempo analisi” – in condizioni normali – sia di 48/72 ore.

Durante l’incendio a Faenza – grazie al lavoro dei tecnici, proseguito tutti i giorni, anche i festivi e tuttora in corso – i risultati analitici dei campioni raccolti dal 9 al 12 agosto sono stati resi noti – con un comunicato congiunto Arpae/Ausl Romagna – nelle 32 ore successive l’ultimo campionamento.

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