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Bakkali: “A fine luglio via ai cantieri per modifiche edilizie nelle scuole. A settembre si riparte tutti in presenza”

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Mancano poco meno di due mesi alla ripartenza della scuola (la data fissata è quella di lunedì 14 settembre), momento a dir poco attesissimo da schiere di bambini e studenti, che sono la categoria più vessata dalla compressione della socialità dovuta alle misure necessarie al contenimento dell’epidemia da corona virus.

Ma anche dalle famiglie, preoccupate senz’altro per gli effetti dell’isolamento sulla crescita, dei più piccoli in particolare, quanto ormai disperate per i salti mortali organizzativi sperimentati, per far quadrare tempi di lavoro e cura dei figli.

Eppure, su cosa ne sarà della scuola, con quali tempi e modalità si potrà rientrare, quanto sarà diversa da quella conosciuta fin qui, si è fatto un gran parlare a tutti i livelli, ma non vi è ancora alcuna certezza. La scuola in presenza ripartirà? Per tutti o solo per alcuni? Funzioneranno ancora le mense, il pre e post scuola, il tempo pieno?

Per fare un po’ il punto della situazione a Ravenna, abbiamo interpellato l’assessora all’istruzione del Comune, Ouidad Bakkali. Al Comune compete infatti la gestione dei servizi 0-6, oltre a quelle della ristorazione scolastica, del pre e post scuola e della riorganizzazione degli spazi fisici nelle scuole elementari e medie, essendo gli edifici di proprietà comunale.

“La premessa necessaria, è che l’obiettivo è tornare a scuola tutti ed in presenza. Questo è l’obiettivo con il quale stiamo lavorando – commenta Bakkali -. Non è condivisibile un’ipotesi che ci costringa a riaprire a settembre con i servizi per la fascia 0-6 decurtati nei numeri. Vorrebbe dire lasciar fuori dagli asili e dalle materne centinaia di famiglie e non possiamo proprio ammetterlo”.

Assessora, qual’è lo scenario per nidi e materne?

Per riaprire i nidi, dunque i servizi che ospitano i bimbi da 0 a 3 anni, siamo in attesa di indicazioni certe dalla Regione, dove ci sono tavoli di lavoro aperti ai quali partecipiamo. Immagino che sui protocolli definitivi inciderà anche la valutazione di quanto messo in atto con i centri estivi, che sono in corso attualmente. Per quanto riguarda la fascia 3-6 ci aspettiamo invece specifiche da parte dello Stato. Nel piano scuola ci sono solo indicazioni generiche, noi abbiamo bisogno di parametri concreti. I tempi sono già stretti e contiamo sul fatto che vertano più sulla riorganizzazione degli spazi che sulla riduzione del rapporto educatore-bambino. Anche perché non ci sarebbero i tempi per le assunzioni.

In attesa dei parametri specifici, cosa state facendo?

Come abbiamo fatto fin qui con profitto, stiamo lavorando per scenari: le indicazioni di massima parlano prevalentemente di maggiore attività all’aperto, dunque stiamo ordinando e riallestendo le aree esterne delle nostre scuole. Per esempio acquistando più panche, più sedie o gazebi per poter lavorare con le sezioni anche nei giardini. Per noi sarebbe un’estensione di principi già da tempo praticati, come quello dell’outdoor education. Dentro alle sezioni invece, stiamo cercando di capire se c’è bisogno di occupare i saloni, se le sezioni così come sono possono essere accoglienti per tanti bimbi o se bisogna svuotarle un po’ per creare più spazi, spostare degli arredi, quello che stiamo facendo anche nelle classi dei più grandi. Ovviamente ci sarà un occhio di riguardo ancor più attento all’igienizazione frequente degli spazi, se sarà necessario faremo gli investimenti necessari sul personale”.

E sulle scuole primarie e secondarie di primo grado?

“In questo momento è in corso un lavoro molto intenso, direi quasi frenetico. Abbiamo più di 40 plessi, sui quali sono stati ultimati i sopralluoghi e stiamo arrivando alla definizione nel dettaglio del piano degli interventi di edilizia leggera, per adeguare gli spazi al paramentro del cosiddetto metro statico. Si parla per esempio dell’abbattimento di tramezzi o di utilizzare diversamente alcuni spazi. È possibile, in alcuni casi, che si debbano sacrificare laboratori, palestre o mense, per far spazio alle aule. In quasi tutte le scuole saranno effettuati degli interventi. È chiaro che, per rispettare i parametri, gli interventi che abbiamo in programma non saranno sufficienti, se non ci sarà il riconoscimento dell’organico necessario per separare i gruppi e per organizzare le attività didattiche in modo da avere gruppi di bambini che fanno altre attività fuori dalla classe. Questa è la richiesta che viene anche dai dirigenti scolastici, noi stiamo facendo tutto il possibile. Laddove c’erano già dei cantieri aperti per manutenzioni, i lavori partiranno molto rapidamente. Entro questa settimana chiudiamo il dettaglio ed entro fine luglio partiranno i lavori per avere tutto il mese di agosto per concluderli.

Si è parlato anche di utilizzare spazi esterni alle scuole, è fattibile?

Stiamo ragionando anche su questo ma la richiesta della scuola, dirigenti scolastici e presidenti dei consigli di istituto in primis, è quella di rimanere tutti nello stesso plesso il più possibile, di non girare troppo per il territorio. Noi abbiamo comunque mappato i luoghi civici praticabili fuori dalla scuola e gli istituti sanno che possono utilizzarli. Per esempio, si potrà utilizzare la sala di via Berlinguer, adiacente alla scuola, per una parte dei bambini del pre-scuola, così come quelle decentrate sul territorio.

E le mense?

L’obiettivo è quello di riaprire tutti i servizi. Sulla ristorazione stiamo valutando altri modelli di organizzazione, come la somministrazione in classe dei pasti, laddove la mensa sia stata sacrificata o la divisione in turni non permetta di far mangiare tutti i bambini entro un orario congruo. La scuola partirà con queste caratteristiche, poi ogni dirigente sta valutando piccoli e grandi provvedimenti per rispettare le norme anticovid, ad esempio aumentando il numero di accessi alle scuole, magari entrando e uscendo da ingressi laterali.

“L’impressione – conclude l’assessora – è che ci sia grande collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti e la consapevolezza che stiamo tutti facendo l’impossibile. Stiamo cercando di mettere in piedi tante misure in pochissimo tempo, il ritardo è ovvio a tutti, ma c’è una gran voglia di ripartire e portare i bambini a scuola. Stiamo tutti collaborando e ognuno ce la sta mettendo tutta. Non vediamo l’ora di poter iniziare anche ad informare le famiglie, perché una sensazione forte che ho è che le famiglie hanno bisogno di sapere cosa accadrà per potersi organizzare. Questa attesa, che per noi è laboriosa, per i genitori comincia ad essere complicata e pesante. Speriamo di poter dare al più presto tutte le informazioni del caso alle famiglie.”

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