Piscina comunale di Ravenna: disagi per l’attività agonistica. Venerdì un incontro per trovare soluzioni

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Cosa succede alla piscina comunale Gianni Gambi di Ravenna? Succede che per svolgere l’attività natatoria agonistica al tempo del Covid, le società sportive hanno dato disponibilità a Comune e gestore di usare le gradinate per far cambiare gli atleti e per evitare così gli assembramenti negli spogliatoi. Con tutti i disagi del caso. I genitori però ora protestano e scrivono ai giornali, qualcuno anche sui social.

Una lettera giunta a noi è durissima e amara: “Il Comune di Ravenna dopo 6 mesi non ha ancora sistemato la Piscina comunale: agli atleti dell’agonistica (che si allenano di sera e tutti i giorni) viene chiesto di uscire dalla vasca, vestirsi senza passare dalla zona docce/spogliatoi e quindi dagli asciugacapelli quindi andare a casa coi capelli bagnati. Quelli dei corsi, che possono fare la doccia, invece, siccome non sono stati montati gli areatori, fanno la doccia con la finestra aperta. Siate seri? Ora, a parte gli insulti che non scriviamo (ma che stiamo pensando) vorremmo fare presente che a scuola con il naso che cola non si può andare, che ci sono 8 gradi la sera e che non tutti (ad esempio mio figlio) abitano a pochi passi dalla struttura. Pensate che uscire coi capelli bagnati tutte le sere non ci farà ammalare? In 6 mesi non avete avuto il tempo di montare delle prese per farci asciugare i capelli in tribuna? Vergogna!”

La lettera è spedita dalla signora Deborah a nome di un gruppo di genitori dei ragazzi che fanno nuoto agonistico. Al telefono la signora precisa che ha scritto a nome di genitori degli atleti Libertas Nuoto, circa un centinaio. Ma nelle stesse situazioni ci sono anche quelli di altre società. Proviamo allora a sentire il Presidente della Libertas Nuoto Roberto Scozzoli, che conferma nella sostanza il disagio degli atleti e delle stesse società sportive per la situazione che si è creata in piscina.

“È da mesi, da marzo-aprile, che chiediamo la soluzione di alcuni problemi.dice Scozzoli, al telefonoLa vaschetta per i piedi quando si esce dalla piscina, davanti alla tribuna, non è ancora stata montata. Il problema della ventilazione dell’aria non è stato risolto. E mi risulta che solo il 20 agosto sia stato dato un incarico ai tecnici per studiare una soluzione. Per forza ora la soluzione non c’è ancora. E poi c’è il problema dei capelli. Possibile che non si possa trovare una soluzione per fare in modo che i ragazzi non debbano uscire dalla piscina con i capelli bagnati? Noi abbiamo dato la nostra disponibilità a cambiarci sugli spalti, ma almeno che si dia soluzione a questi problemi pratici. La mia impressione è che non ci sia né la sufficiente attenzione, né la volontà di risolvere questi problemi. C’è un continuo rimpallo fra Comune e gestore dell’impianto.”

“Inoltrecontinua Scozzolida mesi è stata promessa una qualche forma di sostegno a chi fa attività agonistica e alle nostre società, che in queste condizioni faticano enormemente a svolgere la loro attività e a sostenere i costi. Praticamente siamo in perdita. Purtroppo non abbiamo ancora visto un euro. Io – e mi vergogno perfino a dirlo – ho comprato diverse decine di phon portatili a spese mie da dare ai ragazzi, ho speso circa 4 mila euro. Possibile che non si possa trovare una soluzione praticabile? Venerdì mattina alle 10.30 è previsto un sopralluogo con il Comune e il gestore, speriamo che si riescano a mettere in fila queste cose. Che si passi dalle parole ai fatti. A me piacerebbe ci fosse anche l’Usl che finora non si è mai vista. – conclude – Perché in tema di sicurezza credo che l’Usl debba dire la sua dopo tutti i protocolli stabiliti per fruire della struttura.”

Dopo l’accusa, la parola passa alle altre parti in causa. Davide Gilli Presidente della Società Pool 4.0 che ha in gestione la piscina ravennate (e anche altre tre impianti a Lugo, Ferrara e Occhiobello) risponde che è stupito della protesta delle società sportive: “Quello che si è fatto, cioè usare gli spalti per far cambiare gli atleti, lo hanno chiesto loro per consentire lo svolgimento dell’attività agonista ai vari gruppi. Mettere ciabatte per usare i phon in tribuna in un ambiente umido è pericoloso, non si può fare. L’utenza – cioè le famiglie e gli atleti – pagano le società non il gestore e quindi sono le società che devono dare risposte alla loro utenza. Con tutti i protocolli in essere per la fruizione della struttura, finora abbiamo fatto quello che si poteva fare ragionevolmente e altro si potrà ancora fare. Ma spesso ci troviamo di fronte a richieste irragionevoli. Tutti devono fare dei sacrifici. Noi li stiamo facendo, per il Covid abbiamo già speso 10 mila euro per adeguare la struttura.”

“La prima cosa che voglio dire a questi genitori, agli atleti e alle società sportive è che faremo il possibile per trovare le possibili soluzioni ai vari problemi che si sono presentati e che si presenteranno. La nostra disponibilità è totale.dice l’Assessore allo Sport del Comune di Ravenna Roberto FagnaniVenerdì 2 ottobre farò personalmente un sopralluogo con i tecnici comunali che stanno già lavorando ad alcune soluzioni da adottare per vedere con loro e con il gestore della struttura le cose da sistemare, per rendere la fruizione migliore, malgrado le difficoltà della stagione che stiamo attraversando e che tutti conosciamo. In tutto il Mondo, in tutta Italia e per tutti gli sport ci sono disagi in questa fase dovuti all’emergenza sanitaria. Bisogna avere pazienza. Nessuno ha la bacchetta magica per rendere normale una situazione che normale non è. L’alternativa sarebbe chiudere le attività sportive, ma questa cosa non la vuole nessuno. Vogliamo invece che i ragazzi continuino a fare sport. Dobbiamo insieme vedere come è possibile. Ho già fatto incontri con le società sportive e avevamo messo a punto alcune soluzioni. Non bastano? Ne adotteremo altre.”

“L’attività invernale è ripresa appena lunedì scorso, il 27 settembre, e qualcosa da aggiustare sicuramente c’è. Voglio comunque ricordare che c’é un accordo in essere con le società per usare temporaneamente le gradinate come spogliatoi, per evitare assembramenti dei gruppi proprio negli spogliatoi. Ma, ripeto, da parte nostra c’è la volontà di fare tutto quello che è necessario in collaborazione con il gestore della struttura e con le società sportive. E venerdì insieme affronteremo sia il problema del riciclo dell’aria sia quello dei phon, sia altri eventuali problemi risolvibili” conclude l’Assessore Fagnani che prova a gettare acqua sul fuoco. E trattandosi di piscina, potrebbe essere una buona idea.

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