Scoperta la mattonella di mosaico “I fiori delle donne” sulla facciata del Ginanni di Ravenna, in memoria di Elisa Bravi foto

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Questa mattina, martedì 21 settembre, nel giorno del compleanno di Elisa Bravi, Linea Rosa e rappresentanti dell’Amministrazione ravennate, assieme alla dirigenza scolastica dell’istituto Ginanni di Ravenna, hanno scoperto una targa e una mattonella in mosaico del progetto “I Fiori di Ravenna – Ravenna città amica delle donne”, in memoria della giovane donna vittima di femminicidio, uccisa dal marito nel 2018.

Erano presenti il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, l’assessora Ouidad Bakkali, la dirigente scolastica del Ginanni, scuola in gioventù frequentata da Elisa Bravi, prof.ssa Fausta Labidonisia e numerosi rappresentanti del corpo docente e studentesco, Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa e varie volontarie del centro antiviolenza, assieme ai genitori di Elisa, Antonella e Gianluca Bravi, accompagnati dal gruppo “Una panchina per Elisa”, di cui fanno parte amiche della giovane donna uccisa.

“Oggi ricordiamo una studentessa – ha detto la DS del Ginanni -, una ragazza che tutte le mattine veniva come voi in questa scuola, con lo zaino e le scarpe da ginnastica. Vorrei ricordare una studentessa che sorride e che è piena di sogni”.

Accanto alla mattonella in mosaico, la targa affissa all’ingresso del Ginanni porta incisa una frase elaborata dagli studenti delle classi V, frutto di una riflessione sui femminicidi, che gli studenti hanno realizzato durante l’estate assieme ai loro insegnanti.

Il sindaco de Pascale ha tenuto a precisare che “la città non dimentica” e poi, rivolgendosi ai giovani studenti e studentesse, che “i femminicidi non sono atti di violenza che nascono in maniera estemporanea, ma traggono origine da un substrato inculturale, che affonda le sue radici in tanti piccoli gesti quotidiani”, invitando poi i giovani a non restare in silenzio di fronte a parole di ingiuria, svalutazione o minaccia, rivolte alle donne in quanto tali, perchè “non si è responsabili solo di ciò che si dice e si fa, ma anche di ciò che si tollera”.

“Dobbiamo tenere a mente – ha concluso de Pascale – che il silenzio è complice e oggi noi non abbiamo nessuna voglia di rimanere zitti”.

 

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