Femminicidio di Ilenia Fabbri. Dai tabulati le conferme, furono 3 i tentativi di assassinio architettati da Nanni e Barbieri, il terzo purtroppo andato a segno

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Per incontrarsi Claudio Nanni, il mandante, e Pierluigi Barbieri, l’esecutore materiale del barbaro assassinio di Ilenia Fabbri, usavano al telefono una sorta di linguaggio cifrato. I due, secondo gli inquirenti, era da un po’ che ci “stavano lavorando”, tanto da averci provato almeno due volte (la prima nella notte fra il 15 e il 16 di ottobre, la seconda il 30 ottobre) prima della fatidica e tragica alba del 6 febbraio 2021.

Nella sesta udienza del processo per il femminicidio della giovane donna faentina che si è svolta ieri, martedì 24 novembre, nell’aula della Corte d’Assise di Ravenna, non ci sono particolari colpi di scena, ma solo conferme di cose già tristemente risapute.

Del resto sulla vicenda si sono scritti fiumi d’inchiostro e le posizioni dei due imputati l’ex marito Claudio Nanni, appunto, e Pierluigi Barbieri, sono piuttosto definite, grazie alle indagini accurate oltre che ovviamente alla confessione di Barbieri che ha dato una grossa mano agli inquirenti nel mettere insieme i pezzi del puzzle.

L’udienza di ieri è stata dedicata in particolare all’esame dei tabulati telefonici e della messaggistica degli apparecchi in uso a Nanni e Barbieri e agli esiti dell’autopsia sulla vittima, allo scopo di chiarire meglio la dinamica della brutale aggressione.

Il traffico telefonico fra i due uomini, messo sotto la lente di ingrandimento dagli inquirenti, è quello i relativo ai due anni antecedenti il delitto: dal 9 febbraio 2019 fino ai primi giorni del febbraio 2021. Gli inquirenti trovano che i due hanno contatti frequenti che poi all’improvviso si interrompono. Il 6 aprile 2020 Pierluigi Barbieri viene infatti arrestato, per il pestaggio feroce di un uomo a Predappio. I due riprendono a parlarsi in agosto.

Come si arriva allora a ricostruire i due tentativi di aggressione falliti? Seguendo le indicazioni di Barbieri, spiega il sostituto commissario Giuseppe Barillari, e con gli opportuni riscontri telefonici. Individuare il secondo tentativo quello del 30 ottobre 2020, spiega l’investigatore, è relativamente facile: in questa data Nanni e la figlia Arianna vanno a Roma per acquistare un’auto usata. L’acquisto non va a buon fine e neppure Barbieri riesce a compiere la sua “missione”.

Trovare il primo tentativo invece è più complicato. Barbieri si confonde: dice che l’aggressione è stata decisa nel periodo in cui Nanni si trova in Toscana. In realtà l’ex marito della vittima è in Sicilia per una settimana, dal 13 al 20 ottobre. Il primo tentativo, poi fallito, avviene nella notte fra il 15 e il 16 ottobre.

La dottoressa Daniela Scimmi, biologa della Polizia scientifica di Roma, relaziona sui reperti trovati sul luogo del delitto, ma anche sulla Toyota Yaris con la quale Barbieri ha raggiunto la villetta di via Corbara, a Faenza, teatro del crudele femminicidio. L’auto viene frugata in ogni angolo, ma non vengono trovate né tracce di sangue, né di alcun profilo genetico. “Di solito – spiega l’esperta – il rischio che si corre nel corso di questi sopralluoghi è di trovare del Dna misto. Invece ci siamo trovati di fronte un’auto molto pulita”.

A proprosito dei tappetini dell’auto, la dottoressa Scimmi parla addirittura di un forte odore di plastica nuova. Insomma, una circostanza abbastanza inusuale che si spiega solamente con le grandi precauzioni prese dal killer. Misto è il profilo genetico trovato sul coltello, l’arma del delitto, ma si tratta di quello di due donne; uno è quello della vittima, Ilenia Fabbri.

Nessun profilo genetico neppure sul manico di martello che il sicario si era portato dietro e che è stato usato probabilmente nella prima fase dell’aggressione: Barbieri lo ha fatto ritrovare agli inquirenti in una scarpata, in autostrada.

Torniamo ai cellulari, molti dei messaggi sono stati cancellati, ma gli inquirenti sono riusciti a risalire ad alcuni considerati molto interessanti per le indagini. Ad esempio, il 27 ottobre tre giorni prima del secondo tentativo di fare del male a Ilenia, Nanni chiama Barbieri: “Ciao, c’è una novità per la mia moto e vorrei parlarne con te”, La moto ovviamente non c’entra nulla. E sempre la moto è la scusa che adduce il Nanni per andare a Rubiera da Barbieri, il 19 gennaio 2021, in piena zona arancione per il covid.

“Noi ci potremmo vedere fra un’ora e mezzo. – dice Nanni all’amico – se mi fermano, dico che vengo a vedere la tua moto”. Sempre Nanni scrive: “Per la vendita della moto dobbiamo fare nella settimana fra l’uno e il cinque febbraio”. E poi un messaggio stringatissimo ma molto eloquente: “Valigia, buco, chiavi”.

Già, perché il corpo senza vita di Ilenia, che era minuta, alta un mezzo e 55 centimetri, avrebbe dovuto essere chiuso in una valigia e seppellito. Barbieri fa trovare la buca già scavata nei pressi dell’officina di Nanni e sempre nell’officina vengono trovati un trolley con dentro una pala e due bottiglie di acido.

Certo è che Barbieri è un uomo violento: lo testimoniano i suoi trascorsi, lo conferma la telefonata fatta ascoltare in aula dove lui, fra, gli improperi, racconta a qualcuno il pestaggio di Predappio per cui è finito in carcere “… aveva chiamato i Carabinieri, quel bastardo… ho preso il coltello dalla cucina, lo avrei sgozzato come un maiale”.

Infine i consulenti professor Franco Tagliaro e la dottoressa Federica Bortolotti descrivono gli esiti dell’autopsia. Il corpo di Ilenia presentava ferite lacero-contuse soprattutto nella parte inferiore del capo compatibili con il manico del martello e una larga ferita al collo provocata dal coltello da cucina con la lama in ceramica trovato nel lavandino.

La morte, spiega il professor Tagliaro, è avvenuta per emorragia acuta. Dalle tracce di sangue presumibilmente l’aggressione è cominciata al piano superiore, dove c’erano le camere da letto, per terminare al piano interrato. Il Barbieri avrebbe tentato anche di strangolare la vittima.

Il processo riprende il 20 dicembre, dopo quasi un mese di stop. In questa data avrebbero dovuto essere sentiti i due imputati, ma la loro audizione è stata rinviata al 13 gennaio. Prima infatti saranno ascoltati alcuni testimoni delle parti civili.

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