Abbattimento torri Hamon. Italia Nostra presenta una denuncia in Procura

Più informazioni su

Italia Nostra sezione di Ravenna ha presentato nella mattina di venerdì 28 aprile una denuncia in Procura sull’abbattimento delle torri Hamon, avvenuto, dichiarano, “senza i dovuti approfondimenti e le opportune valutazioni da parte di tutte le Istituzioni e gli Enti che avrebbero potuto esprimersi, invece, in altra direzione e in questo modo provare a scongiurare un danno rilevante al patrimonio della cultura industriale italiana”.

“Una pagina nera della democrazia e della partecipazione, scritta senza colpo ferire dal Sindaco di Ravenna, dall’Autorità Portuale, dalla Soprintendenza e dall’ENI, le cui attività sul nostro territorio possono continuare nella più assoluta accondiscendenza e senza nemmeno un tentativo di trattativa – commenta Italia Nostra -. L’abbattimento delle torri Hamon in meno di un mese ha cancellato non solo due capolavori dell’ingegneria strutturale del 900 interamente gettate in opera, ma anche il Piano Urbanistico Generale firmato dalla Giunta e dal Sindaco stesso, ovvero le chiare indicazioni di tutela in esso contenute. Poco importa che il PUG, fermo nei cassetti dal 2021, non fosse già stato adottato: l’indicazione politica era chiara e netta, e su questa è stato fatto silenzio assoluto”.

“Gigantesche sculture significative di un paesaggio testimoniale – continua Italia Nostra -, che avrebbero potuto costituire un notevole valore aggiunto, sia a livello di attrattiva culturale e turistica che di valorizzazione economica delle aree: cancellato senza scrupoli, ignorando completamente, oltre al PUG, sia i pareri passati della Soprintendenza, sia quanto invece si realizza nelle città di respiro europeo per riqualificare aree industriali e portuali dismesse. Non una sola parola in loro difesa o di ripensamento da parte delle Istituzioni che ha favorito un clima di odio – presa a male parole sui social persino la nipote del Maestro Antonioni giunta generosamente a Ravenna per la loro tutela – e la richiesta di immediata cancellazione di manufatti che servivano solo a raffreddare acqua”.

“Sullo sfondo, invece – conclude Italia Nostra -, le ciminiere del porto industriale continuano e continueranno a disperdere i loro fumi nell’ambiente, mentre i terreni ex SAROM non ancora completamente bonificati verranno acquisiti con soldi pubblici per quasi 8 milioni di euro”.

A sostegno della denuncia si sono espressi anche alcuni cittadini e Gianfranco Santini, in rappresentanza del gruppo politico Potere al Popolo Ravenna.

Più informazioni su