Ravenna ambasciatrice del patrimonio universale. Conservatrice del MAR, Alberta Fabbri, in conversazione a Roma

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Ravenna, ambasciatrice e interprete del patrimonio universale. Se ne parlerà a Roma, a Palazzo Venezia, martedì 23 luglio alle ore 21, in occasione delle conversazioni promosse dal Polo Museale del Lazio, nel ciclo di conversazioni dal titolo L’Arte ci racconta… affidato alla cura di Valter Curzi, nell’ambito di Art City 19, una rassegna di approfondimenti intorno a Architettura, Arte e Letteratura.

Si tratta di un incontro a due voci, dal titolo Opere da museo: dalla camera di meraviglie al patrimonio universale, alla ricerca di quello speciale snodo semantico che prende avvio con la raccolta naturalia et mirabilia, oggetti del desiderio dal potere evocativo che, per un imprevisto della storia, escono dalla cosmogonia del collezionista per diventare patrimonio universale. Del viaggio dell’oggetto, tra collezione privata e museo pubblico, parleranno, attraverso due casi di specie, Roberto Balzani, presidente di SMA-Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna, e Alberta Fabbri, conservatrice del MAR-Museo d’Arte della città di Ravenna.

Cʼè stato un tempo in cui il nostro Paese con il suo straordinario patrimonio artistico e mo­numentale ha rappresentato una tappa fon­damentale nell’educazione di artisti e intellet­tuali di tutta Europa. Nel Settecento il Grand Tour — che sceglie Roma come soggiorno massimamente ambito — si sviluppa nella consapevolezza che il bello rappresenta uno strumento indispensabile di educazione della personalità e dello spirito. È dunque riparten­do dall’esperienza del secolo dei Lumi che si rimette la storia dell’arte al centro della vita culturale dell’Urbe, con una serie di conversa­zioni che intendono restituire chiavi narrative diverse per una disciplina orientata alla cono­scenza e al contempo al godimento.

L’irradiamento delle esperienze da Roma verso la provincia di governo pontificio sottolinea la rilevanza dell’esperienza ravennate nella formazione del patrimonio e della sua universalità. La conversazione si puntualizza nel contesto delle riflessioni avviate con la mostra “Il Museo universale. Dal sogno di Napoleone a Canova”, a cura di Valter Curzi, Carolina Brook e Claudio Parisi Presicce, che si è tenuta a Roma, presso le Scuderie del Quirinale, nel periodo dal 15 dicembre 2016 al 13 marzo 2017, grazie anche al prestito eccezionale di Guidarello, insieme alle tavole di Rondinelli e Taddeo di Bartolo.

Per il MAR, e per la città di Ravenna, l’invito rappresenta motivo di orgoglio per il patrimonio e soddisfazione per la qualità degli studi sviluppati nel corso dell’ultimo decennio con il contributo di molti e autorevoli studiosi a cui si aggiungono le ricerche condotte da Alberta Fabbri in occasione della collaborazione alla mostra romana. Un invito tanto più rimarchevole se si tiene conto del parterre de roi, affidato a “curatori d’eccellenza” — così nel programma della rassegna — come Manuela Gianandrea, Cecilia Frosinini, Patrizia Riitano, Raffaella Morselli, Fabio Viale, Carolina Brook, Sista Bramini, Camilla dell’Agnola, oltre allo stesso curatore, Valter Curzi.

 

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