Franco Nanni (ROCA): Subito il tavolo nazionale sulle energie. Aumenta la cassa integrazione a Ravenna

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Sul settore dell’oil&gas e, in generale, sulle politiche energetiche italiane, “vige il silenzio più assoluto”. In tutti i provvedimenti emanati dal Governo, emergenziali o di programmazione economica, “non si parla di approvvigionamento energetico”. Lo dichiara Franco Nanni, presidente del Roca, l’associazione che riunisce le aziende oil&gas di Ravenna.
A tre mesi (gennaio 2021) dalla presentazione da parte del ministero per lo Sviluppo economico del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Piesai) che dovrebbe delineare le aree dove produrre gas e quelle, invece, interdette, “ancora non c’è stato un confronto con le parti sociali, siano i sindacati che le associazioni imprenditoriali”.

“Ciò che appare ancora più sconfortante e sconcertante – aggiunge Nanni – è che il ministero non abbia nemmeno accolto la richiesta, di due anni fa, dell’intera città di Ravenna (principale distretto nazionale energetico) di dare vita a un tavolo dove aprire questo confronto. Ribadiamo in questa sede la necessità di un momento di incontro tra tutti i soggetti interessati alla politica energetica. L’assenza di indicazioni chiare sta frenando progressivamente gli investimenti nel gas e non fa decollare quelli per la produzione di energia da fonti rinnovabili”.

“Oggi, a Ravenna, abbiamo il gas – indispensabile ora per la transizione – e i progetti che riguardano CO2, eolico, moto ondoso, idrogeno blu e green. Il mix energetico è un esempio su scala europea. Eppure non si guarda il progetto nella sua interezza. Non si valuta l’interazione con le aziende locali e l’università. L’unica certezza è che aumenta la cassa integrazione, quando invece ci sono tutte le condizioni per un rilancio. Nel frattempo, dopo aver sostato nel porto di Pola, la piattaforma jack up Labin, è stata posizionata recentemente al centro dell’Adriatico. Quindi, il anche il nostro gas prenderà la strada verso Est. E Noi continuiamo a importare sempre di più energia dall’estero “ conclude il presidente del ROCA.

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