Riapertura palestre e piscine. Life Planet Ravenna: “Abbandono dei corsi online. Nella nostra struttura esterna, i clienti si allenavano anche con 1° grado”

Body House: "Situazione drammatica, se ci fanno chiudere di nuovo, significa chiudere definitivamente". Centro Oasi riparte, ma non la piscina

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Quando riaprono palestre e piscine? L’interrogativo torna alla ribalta in vista delle nuove misure che saranno varate a fine aprile. E, soprattutto, dopo le parole del Presidente del Consiglio Draghi durante l’ultima conferenza stampa del 16 aprile, in cui è emerso che i centri sportivi sono stati inclusi nel calendario, ancora in bozza, delle prossime riaperture.

Al momento quindi non c’è una data ufficiale, ma si è provato a dare una calendarizzazione più precisa. Nello specifico le piscine all’aperto potranno riaprire dal 15 maggio. Dal 1° giugno invece si potrà tornare in palestra e nelle piscine dentro palazzetti e luoghi chiusi.

Una svolta importante, finalmente,  per il settore dello sport, dopo tanti mesi di chiusura visto che nell’ultimo decreto del 7 aprile era prevalsa ancora la linea del massimo rigore. Abbiamo sentito telefonicamente alcuni gestori e titolari di palestre e piscine a Ravenna: alcuni sono riusciti a garantire una piccola continuità alle attività, anche questo inverno, grazie allo spazio esterno a disposizione e dotandosi di una termostruttura, altri sono rimasti chiusi del tutto e confidano nella riapertura di giugno, che sia quella definitiva senza ulteriori sospensioni come quelle dello scorso ottobre, altrimenti andrebbero incontro alla chiusura definitiva.

È quello che teme Andrea Guidotti del centro sportivo A.S.D. Body House di Ravenna invia Renato Serra, che spera sia la volta buona per riaprire e non dover chiudere più. “Noi siamo pronti a riaprire, ma se deve finire come lo scorso autunno, allora forse conviene restare chiusi tutta l’estate, resistere ancora un po’ per poi aprire definitivamente da settembre – dice Andrea Guidotti -. Indebitarsi, come nel nostro caso visto che siamo in fase di rinnovo del contratto di affitto, per coprire i mesi estivi e poi chiudere in autunno per noi significa una sola cosa e cioè chiudere per sempre. Il problema è che non abbiamo alcuna sicurezza, non sappiamo come finirà questa storia.”

“Ho aperto la Body House quasi 23 anni fa – racconta Andrea Guidotti -, è tutta la mia vita. Se dovessi chiudere definitivamente, non saprei cos’altro fare. A 56 anni, ripartire da zero, con una famiglia, un mutuo da pagare è psicologicamente devastante. Non saprei da che parte cominciare. So che la vita a volte ci mette davanti grandi ostacoli, ma in questo caso non è dipeso da noi. È questo che non accetto. Non ho grandi pretese, mi piacerebbe solo che ci lasciassero lavorare, vorrei finire qui dentro gli ultimi anni lavorativi che mi restano, visto che ho creato quest’attività e faccio questo lavoro da ormai tanti anni. Quando ho aperto la palestra ho visto realizzarsi finalmente il mio più grande sogno: come ex atleta agonistico volevo creare qualcosa di mio, continuando a lavorare nel settore sportivo. E negli anni Body House è diventata un posto accogliente, un luogo di ritrovo per molti amici, in cui oltre allo sport si condividono esperienze, emozioni. Sarebbe davvero un peccato dover dire addio a tutto questo.”

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Corsi alla Body House 

“C’è stata una pessima gestione di questa crisi economica, i ristori sono arrivati dopo tempi biblici e sono esigui. Non riesci a tirare avanti solo con quelli. Per non parlare all’inizio dei 600 euro una tantum, davvero imbarazzante. La nostra categoria – aggiunge Guidotti – è stata completamente abbandonata durante la pandemia. Lei ha sentito parlare dei centri sportivi in questi mesi? Io mai. Non siamo mai stati menzionati. A giugno ripartiremo applicando i protocolli richiesti dalle normative che indicativamente sono rimasti quelli dello scorso lockdown quindi: ingressi contingentati, distanziamento di almeno due metri, mascherine negli spostamenti interni, svolgeremo qualche attività ai Giardini pubblici come la scorsa estate ed infine attrezzeremo i 30mq esterni alla palestra per svolgere corsi con quattro, cinque persone alla volta. In estate generalmente c’è meno affluenza, ma in questa fase non ci interessano i grandi guadagni, ci interessa solo riprendere a lavorare in continuità, senza il timore di dover perdere il lavoro.”

Diversa è invece la posizione di Andrea Dradi, uno dei titolari della palestra Life Planet di via Canalazzo. “Noi fortunatamente questo inverno siamo riusciti a restare aperti, proponendo ai clienti di continuare a fare ginnastica nel nostro parco esterno di quasi 5mila mq. Abbiamo ottenuto dal Comune l’autorizzazione a dotarci di una termo struttura che ci ha permesso di garantire il servizio anche nei mesi più freddi.”

“Durante lo scorso lockdown, in vista dell’estate, avevamo infatti fatto un grosso investimento attrezzando tutta l’area esterna che circonda il centro sportivo e dove nei mesi più caldi abbiamo svolto diverse attività sia di gruppo che individuali. Questo inverno grazie alla termo struttura abbiamo avuto fino a 450 persone, i clienti continuavano a venire anche con 1°/2° gradi fuori svolgendo attività individuale. Rispettando al primo lockdown, infatti, in cui la gente si era attrezzata per fare ginnastica a casa, seguendo i corsi online, questa volta invece c’è stato un rifiuto nel continuare a praticare sport da casa. I nostri clienti preferivano venire in palestra, anche con il freddo. Per noi è stata una bella soddisfazione, a dimostrazione che le palestre non solo posti in ci si allena, ma anche luoghi in cui la gente si distrae e stacca dalla routine quotidiana, in cui entra in contatto con altre persone, vive nuove esperienze.”

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Parco esterno attrezzato alla Life Planet

“Dal 1° giugno, se la data sarà confermata, continuerà la ginnastica all’esterno e ripartiremo anche la sala macchine interna e la piscina, nel rispetto dei protocolli di sicurezza.  Molto probabilmente non potremo svolgere attività di gruppo al chiuso, nel caso useremo gli spazi esterni, come lo scorso anno. Se devo stimare la perdita di fatturato che abbiamo subito dall’inizio della pandemia è pari all’80%. I ristori? Arrivano forse al 4%” conclude Andrea Dradi.

Passando invece al centro sportivo “Oasi” di via Lago di Como, che ogni anno accoglie tante famiglie proponendo corsi di avviamento al nuoto per bambini, corsi per genitori e figli, per neo e future mamme, e molto altro ancora, il presidente della Uisp Gabriele Tagliati spiega che la vasca e gli impianti sono sempre stati mantenuti funzionanti in questi mesi di chiusura proprio in vista di una futura ripartenza.

“Abbiamo sempre fatto manutenzione sperando di riaprire, purtroppo non è andata così. – dice Gabriele Tagliati – Riaprire la piscina a giugno, non appena si potrà, non ha molto senso. Ogni anno infatti l’Oasi sospende le attività in acqua proprio a partire dai mesi estivi, perché le richieste si azzerano. E poi la vasca dell’Oasi è molto piccola, è pensata per attività di gruppo, in cui si ritrovano i bambini o le mamme, pensare di applicare le distanze in acqua richieste dai protocolli significherebbe fare attività con massimo due/tre persone. In pratica, impossibile. In estate terremo aperta la sala/palestra del centro Oasi e come l’anno scorso proporremo corsi nei parchi. A chi aveva fatto l’abbonamento tra settembre ed ottobre – informa Gabriele Tagliati –  daremo sicuramente la possibilità di continuare le attività alla piscina comunale oppure dei voucher da utilizzare a partire da settembre, quando ripartiranno i corsi in acqua all’Oasi.”

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Centro Oasi Uisp

“Invece, per quanto riguarda la piscina comunale, da oggi ricominciamo con alcune attività agonistiche e pre-agonistiche, come da decreto ministeriale. Per tutti gli altri corsi, bisognerà aspettare. Da metà maggio con le nuove direttive si avrà più chiarezza, si spera. L’unica cosa che assicuriamo come Uisp è che una volta riaperte le piscine, proporremo comunque, anche se generalmente in estate le richieste sono in calo, un certo tipo di corsistica per chi ha voglia di allenarsi in maniera associata. Nella situazione in cui ci troviamo è impensabile raggiungere grandi numeri, tuttavia ciò che ci preme di più è garantire la continuità del servizio” conclude Tagliati.

 

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