Mezzano. Al festival di ToGether si è parlato di enologia romagnola con Paolo Massobrio, Ruenza Santandrea e Virginia Lo Rizzo

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Come è bello fare il viticoltore sulle colline romagnole… ma quanto è difficile far conoscere nel mondo il valore di un prodotto che oramai contraddistingue numerose cantine del nostro territorio? Di questi temi si è parlato sabato scorso – alla sede di Tozzi Green a Mezzano, nell’ambito della annuale festa dell’associazione Together – in una tavola rotonda coordinata dallo scrittore Fabio Cavallari, a cui hanno partecipato il noto enologo Paolo Massobrio (giornalista della Stampa e ideatore di Golosaria) la presidente del consorzio vini di Romagna, Ruenza Santandrea, e Virginia Lo Rizzo, esponente della terza generazione della famiglia Tozzi e da pochi anni giovanissima responsabile della cantina di famiglia a Casola Valsenio (con annessa appendice delle vigne siciliane sull’Etna).

Dopo la “benedizione” di Massobrio, che ha confermato per l’ennesima volta la bontà dei vini prodotti in questa regione e in particolare quelli della cantina Tozzi, Virginia ha raccontato il piacere di una vita a contatto con la natura, ma che le dà anche la soddisfazione di produrre vini sempre più performanti: anche rispetto ad alcune scelte insolite per il nostro territorio, come ad esempio le viti di pinot nero.

E la presidente Santandrea, forte di un’esperienza pluridecennale alla guida di consorzi e aziende vinicole romagnole, ha indicato la sua ricetta per cercare di promuovere ancor meglio il nostro nettare: la parola chiave è comunicazione, si deve promuovere il vino locale attraverso la stampa nazionale e non solo, e soprattutto far conoscere direttamente il territorio. “perché un vino non è soltanto un prodotto da bere ma è anche tutto quello che ci sta intorno…”.

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