Pane “salato”. Verlicchi (Sindacato panificatori Ascom Ravenna): “Bollette aumentate del 300%. Molti fornai rischiano di chiudere”

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Il prezzo del pane è aumentato in media del 18% rispetto allo stesso mese del 2021. Lo certifica il monitoraggio Eurostat, spiegando che alla base del rincaro vi sono il caro energia e le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina.  I dati europei trovano conferma anche nel nostro territorio, dove però a “salare” il prezzo del pane è soprattutto il rialzo dei costi energetici.

“Viviamo una situazione molto difficile, perché l’aumento delle bollette di energia e gas sta mettendo in crisi molte imprese della panificazione. Siamo veramente alla canna del gas e in molti stanno valutando di chiudere bottega” spiega Giuseppe Verlicchi,  titolare del forno di via Brunelleschi e presidente del sindacato panificatori di Ascom Confcommercio Ravenna.

“Chi è in età da pensione, sceglie di abbassare le serrande per sempre, chi invece ha ancora davanti a se anni e anni di lavoro, non sa come fare – prosegue -. Oramai lavoriamo per pagare le bollette e i dipendenti. Insomma lavoriamo praticamente senza stipendio.

Verlicchi parla di numeri: un anno fa, avevamo bollette dell’energia elettrica da 1300 euro, mentre l’ultima arrivata è di 4600 euro. Idem per il gas. Parliamo di aumenti del 300%, numeri che mettono gravemente in crisi le aziende”.

Rispetto alla ricaduta sul consumatore finale, Verlicchi sottolinea che: “vogliamo evitare che questi aumenti ricadano in maniera significativa sul cliente, quindi fungiamo da ammortizzatore sociale. L’aumento sullo scontrino ovviamente c’è stato – prosegue – e siamo in linea con i dati europei. Aumentare il prezzo del pane oltre il 20% non mi sembrerebbe etico”.

Verlicchi fa un esempio: “consideriamo un aumento del 20% sul prezzo del pane che viene venduto 6 euro al kg. Il consumo medio è di 80/100 grammi quindi corrisponde circa a 12 centesimi. Sono numeri che non incidono in maniera significativa”.

Rispetto all’aumento del costo del grano per via della guerra in Ucraina, il presidente dei panificatori spiega: “il grano che noi, piccoli fornai e panificatori locali, utilizziamo è quasi tutto grano italiano. I grani che arrivano dall’esterno provengono dal Canada, quindi l’aumento di quest’ultimi è legato al rincaro dei carburanti, non alla guerra. Il vero problema sono i costi dell’energia”.

 

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