Partecipazione sociale Lugo: una piattaforma condivisa da sindacati, personale medico ed infermieristico per il rilancio dell’Ospedale

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Il Consiglio Comunale di Lugo si è riunito il 26 settembre in seduta pubblica per discutere: “Situazione, criticità e prospettive del Presidio Ospedaliero di Lugo”, con la presenza del Presidente della Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria della Romagna, Michele de Pascale, Sindaco di Ravenna e del Sindaco di riferimento dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Luca Piovaccari.

La seduta straordinaria del Consiglio Comunale si ricollega con l’allarme lanciato lo scorso 17 giugno dal presidio sindacale delle maestranze sanitarie sulla pesante carenza di personale determinatasi nei servizi dell’AUSL di Romagna. A quell’agitazione fece eco il comunicato di Sinistra per Lugo dello scorso 19 luglio. Sul tema sono altresì intervenuti i Verdi, varie forze della maggioranza di governo locale e le minoranze, di Lega, Per la buona Politica e Movimento 5 Stelle

La seduta consigliare ha realizzato un ampio dibattito, partendo dall’apertura del Sindaco Ranalli che, ribadendo la centralità del Servizio Sanitario Nazionale, ha analizzato lo stato delle cose determinatosi in conseguenza dei tagli alla spesa e dei blocchi delle assunzioni che i Governi nazionali hanno operato negli ultimi vent’anni.

Il Sindaco, in considerazione del valore della razionalizzazione compiuta in Romagna, con l’unificazione dei servizi in una unica AUSL, ha rivendicato un congruo aumento di dotazione di risorse e personale da parte della Regione. Infine ha focalizzato l’attenzione sulle principali criticità che minacciano la sostenibilità del presidio Ospedaliero: la carenza di personale, la necessità di adeguare organici e strutture preposte al trattamento degli acuti, dal Pronto Soccorso alla Rianimazione e Terapia intensiva.

Certo non è in discussione la sopravvivenza dell’ospedale di Lugo, ma è altrettanto vero che il trend in atto minaccia di comprometterne la natura di Ospedale per acuti, rischiando di condurlo al declassamento, a mero servizio di riabilitazione e residenza sanitaria protetta. In ciò pesa in particolar modo il depotenziamento dell’attività chirurgica, sia in attribuzione di funzioni specialistiche, sia in numerosità degli interventi svolti per ciascuna tipologia.

Partecipazione Sociale, nel rivolgere un appello a tutte le forze politiche locali per la costruzione di una piattaforma condivisa di rilancio dei servizi della Sanità pubblica, siano essi ospedalieri che territoriali, ribadisce la centralità di alcuni elementi strategici:

1.   È positivo che da tutti i gruppi consigliari sia stata ribadita la necessità di salvaguardare il carattere pubblico del Servizio Sanitario Nazionale. Non è però accettabile che a questa affermazione faccia seguito l’indifferenza per l’affidamento dei ruoli di gestione, siano essi pubblici, dunque rispondenti alla potestà della sovranità popolare, o privati, rispondenti a finalità di lucro. Per noi, come per i promotori della Riforma del 1978, il privato dev’essere ausiliario e complementare al pubblico, non può essere intercambiabile con esso.

2.   Non esiste una gerarchia tra servizi di eccellenza e servizi di prossimità. Esiste una distinzione tra servizi di alta specializzazione e servizi di prossimità, ma il perseguimento dell’eccellenza deve valere per entrambi. Inoltre, le competenze delle alte specialistiche vanno messe in rete, a beneficio dei servizi di prossimità, siano essi ospedalieri, che territoriali e di prevenzione.

3.   Il bisogno di servizi di prossimità, soprattutto per una popolazione come quella della Bassa Romagna, caratterizzata da un’elevata componente di popolazione anziana, non può essere soddisfatto con un’efficiente rete di trasporti pubblici. La mobilità dei pazienti deve valere per l’accesso alle più alte specializzazioni, parallelamente va garantita la diffusione e la qualità dei servizi di prossimità. Va potenziata la struttura dei servizi pubblici per permettere la vicinanza dei famigliari agli stessi pazienti ricoverati nei Presidi Ospedalieri di prossimità.

4.   Va respinta la logica del “benaltrismo” di chi, appellandosi al principio del diritto alla salute, sancito dalla riforma del 1978 che istituì il SSN, sostiene che “il problema non è l’Ospedale, bensì il potenziamento dei servizi di cura e prevenzione dislocati sul territorio”, ai quali spetta il compito di prevenire l’insorgere di patologie acute e la successiva spedalizzazione. In realtà non si tratta di ribaltare l’antica gerarchia che anteponeva le prestazioni ospedaliere ai servizi di cura territoriali: occorre superare la gerarchia dei ruoli in un senso o nell’altro, per realizzare l’integrazione a rete!

Certo, vanno potenziati i servizi territoriali, con particolare riferimento alle Case della salute. Queste non devono accontentarsi di cambiare nome alla tradizionale Medicina di gruppo (la concentrazione in unica struttura degli ambulatori dei medici di base), ma devono strutturarsi come servizi erogatori di programmi di cura delle cronicità e assistenza medico-infermieristica, con copertura piena dell’intero orario settimanale.

Tuttavia, l’eccellenza dei servizi di prevenzione territoriali non sarà mai possibile senza l’integrazione tra competenze specialistiche ospedaliere e competenze medico/infermieristiche territoriali. Se l’Ospedale del territorio si impoverisce di competenze altamente specialistiche, si impoverirà l’intera rete dei servizi territoriali.

Acquisita l’utilità del dibattito consigliare svolto nella serata del 26, riteniamo sia ora necessario ricavarne un preciso progetto di rilancio dei servizi della sanità pubblica, attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali degli operatori, le competenze dei Primari, del personale medico e di quello infermieristico.

Nel Progetto vanno dettagliate le forme e modi dell’integrazione tra il nostro territorio e il sistema dei servizi dall’AUSL di Romagna e più in specifico la possibile integrazione tra Distretto della Bassa Romagna e Distretto Faentino, nel cui contesto l’ospedale di Lugo deve poter ottenere il riconoscimento del valore delle proprie alte specializzazioni, l’assegnazione delle risorse necessarie a superare la cronica carenza di personale medico ed infermieristico, il potenziamento e la qualificazione dei servizi territoriali, la definizione dei compiti e delle caratteristiche dei servizi di prossimità, non scartando l’ipotesi di concentrare a Lugo il fabbisogno di tutta l’AUSL di Romagna di attività chirurgica comportante tempi brevi di ospedalizzazione.

Partecipazione Sociale Lugo

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