Pietro Vandini (Italia in Comune): Per rilanciare il nostro turismo serve una riviera “Energy free”

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Le riflessioni relative all’andamento del turismo, al di là delle differenti posizioni, hanno tutte lo stesso minimo comun denominatore: la nostra offerta turistica non è innovativa.

Negli anni ’80, ’90 e fino ai primi anni 2000 la nostra riviera era un passo avantirispetto agli altri litorali italiani e potevamo caratterizzarci per una offerta innovativa e ben gestita che ci forniva un’identità chiara e definita; il buon cibo, la gestione delle spiagge, la vita notturna e la rinomata ospitalità dei romagnoli erano conosciute in tutta Italia. Il problema è che noi siamo rimasti fermi e tanti altri ci hanno raggiunto se non superato.

Le strategie turistiche che puntano a migliorare i risultati da un anno a quello successivo servono quanto un’aspirina per curare il cancro. È necessario considerare che:
–  le presenze turistiche che fino a qualche anno fa potevano essere sufficienti oggi non lo sono più;
–  oggi rispetto agli anni passati i margini per chi fa impresa nel turismo si sono ridotti al lumicino, l’impegno lavorativo ed economico per chi si occupa di turismo è molto importante ma il ritorno economico spesso non basta per coprire i costi, perché i costi di impresa sono enormi;
–  il costo della vita è aumentato e il potere di spesa delle famiglie è diminuito.

Senza ombra di dubbio l’analisi dei “big data” aiuterebbe a capire cosa fanno, cosa cercano e cosa vogliono i turisti e sulla base di queste informazioni chi amministra può elaborare le strategie a breve termine. La critica che faccio all’amministrazione è che non si ancora capito se queste analisi vengono fatte e se vengono fatte certamente non vengono adeguatamente comunicate. Idem per quanto riguarda le analisi che permettono di capire se e quanto gli investimenti fatti hanno portato un ritorno. Detto questo però non possiamo evitare di considerare che il problema va oltre all’amministrazione locale e che probabilmente anche le migliori politiche per il turismo non aiuterebbero a risollevare completamente il comparto per i motivi precedentemente citati.

La strategia a mio avviso deve avere un orizzonte molto più lungo e deve considerare i cambiamenti in atto. Il nostro territorio per tornare ad essere un passo avanti deve caratterizzarsi per avere un’identità chiara e con uno sguardo volto al futuro.

Questo discorso non deve riguardare solo il territorio ravennate ma coinvolgere altri comuni, ad esempio attraverso un ampio progetto come potrebbe essere quello della prima riviera energy free.
Le politiche imprenditoriali, di pianificazione urbanistica e di sviluppo devono avere un imprinting culturale volto a questa transizione energetica. La nostra Regione è storicamente un terreno fertile per le rivoluzioni culturali che coinvolgono la politica, l’imprenditoria e lo sviluppo economico e anche in questa “rivoluzione” potremmo essere il traino per la nostra nazione.

Turismo, ambiente, energie rinnovabili, sviluppo economico, tutto legato assieme da un legame indissolubile che nella politica deve trovare l’input propulsivo fondamentale. La riviera adriatica “ENERGY FREE” deve essere il punto di riferimento, il primo territorio italiano (e non solo) con questa vocazione. Oltre agli indubbi benefici ambientali sono convinto si otterrebbero anche importanti risultati dal punto di vista dell’attrazione turistica.

Considerate ad esempio il fatto che andranno aumentando le persone che si muovono con auto elettriche, quante sono le difficoltà che incontrerebbero queste persone se volessero venire in vacanza da noi? Allora perché non pensare ad incentivi per fare in modo che chi fa impresa nel turismo possa dotarsi di colonnine di ricarica per le auto elettriche?

Oppure proviamo a ragionare anche sulla mobilità collettiva, una città come Ravenna potrebbe quantomeno fare uno studio di fattibilità per un progetto tipo il People Mover di Bologna che colleghi tutti i lidi. I turisti arrivano in treno e potrebbero dirigersi verso la destinazione scelta comodamente e senza mille imprevisti.

Ma andiamo oltre, parliamo di segnaletica intelligente e strade che si autoilluminano, illuminazione a LED alimentata direttamente dal vento generato dalle auto, corsie dedicate alle elettriche che ricaricano le batterie via wireless. Non bisogna inventare nulla perché esistono già molti studi che potrebbero aiutare a creare le fondamenta per questa rivoluzione cultural-ambientale. Uno di questi è lo studio effettuato da Mark Z. Jacobson della Stanford School of Earth, Energy, and Environmental Sciences e 26 suoi colleghi con i Piani d’azione per 139 paesi ad energia 100% rinnovabile; una roadmap al 2050 per sistemi energetici alimentati al 100% da fonti rinnovabili in 139 paesi, responsabili del 99% delle emissioni globali di gas serra. Una strategia dettagliata per trasformare tutte le infrastrutture in modo da poter essere alimentate da eolico, idro e solare.

Nella mia idea di Ravenna del futuro vedo un meeting internazionale, magari in corrispondenza con l’OMC, dove si presentano progetti utili a trasformare le città e i territori rendendoli sempre più “energy free” e dove il progetto più interessante e innovativo viene regalato alla nostra città affinchè possa sperimentarlo e renderlo fruibile dai cittadini nella vita di tutti i giorni.

Pietro Vandini Coordinatore Italia in Comune – Ravenna

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