Italia Viva Cesena. L’Amministrazione deve comunicare alle famiglie le linee guida per la riapertura delle scuole a settembre

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“L’emergenza scuola non è finita. Anzi, il nostro paese è clamorosamente in ritardo, o forse sarebbe meglio dire in difficoltà, nell’affrontare le necessità e le urgenze che la convivenza col Covid-19 impone. In questi giorni emergono nuovi focolai dell’infezione, con buona pace di chi in queste ultime settimane è tornato sventatamente ad ignorare il problema quando non addirittura a minimizzarlo. Dovremo presumibilmente fare i conti con questo a settembre e forse con molto di più con l’arrivo dell’inverno” riporta una nota di Italia Viva Cesena.

“D’altro canto è una vera e proprio urgenza quelle delle famiglie – prosegue la nota – che non possono permettersi di non lavorare per assistere i figli piccoli a casa o durante le attività di didattica a distanza, così come è assoluta necessità quella dello Stato di non abdicare alla sua funzione di garantire il servizio primario ed essenziale dell’istruzione. Il ministero ha declinato linee guida piuttosto generiche delegando le scelte ai Dirigenti e agli enti locali, ha impegnato un miliardo per l’edilizia scolastica e ha promesso settantamila assunzioni di insegnanti. Meglio tardi che mai! Italia Viva ha chiesto mesi fa di sfruttare il tempo del lockdown per interventi risolutivi. La Regione, nella persona dell’assessore Paola Salomoni, ha iniziato una concreta ricognizione dei locali idonei e degli spazi disponibili per le scuole anche a Cesena con il nostro sindaco Enzo Lattuca. Inoltre, fortemente voluti da Italia Viva e dalla ministra Elena Bonetti, sono già arrivati nel nostro territorio 200mila euro di fondi diretti erogati dal Governo a favore dei centri estivi. Cosa della quale ci rallegriamo. Questi ad oggi i fatti.

“Italia Viva Cesena, rispondendo ad una legittima ansia in tal senso dei cittadini del nostro territorio – aggiunge la nota – e ritenendo per i nostri giovani e per le nostre famiglie assolutamente primario questo tema vuole sottoporre nel concreto una riflessione ed al contempo una domanda alla nostra amministrazione comunale. Quali e quante risorse saranno concretamente a disposizione per il nostro territorio? Le esigenze, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado, per le quali le linee guida escludono giustamente l’uso della DAD, sono quelle di disporre concretamente di ulteriori spazi e al contempo ulteriori docenti in modo da non vedere drammaticamente ridotta, a causa della turnazione, la qualità e l’esaustività del lavoro didattico. Se gli spazi e/o i docenti non fossero sufficienti i ragazzi dovrebbero alternarsi nella frequenza con l’ovvia conseguenza di ridurre drasticamente contenuti e programmi. In un’epoca in cui il presunto “metodo” la fa da padrone su “contenuti e conoscenze”, vogliamo ribadire con coraggio che non può esserci formazione ed educazione senza conoscenza. Per quanto riguarda la secondaria di secondo grado il medesimo problema può essere risolto con l’utilizzo della didattica a distanza da usare contestualmente a quella in presenza: metà classe in aula e l’altra metà che segue da remoto. Ciò tuttavia richiede strumenti tecnologici adeguati in aula, presenti in misura assolutamente inadeguata nelle scuole secondarie di secondo grado, e quindi risorse”.

“In concreto chiediamo con forza all’amministrazione comunale di farsi portavoce di queste necessità e di dare contezza e comunicazione ad interim alle famiglie ed ai cittadini del territorio dello “stato dell’arte” e delle prospettive concrete sul tema” termina la nota.

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