Pierluigi Bersani a Marina di Ravenna: Sì al Referendum, sì alleanza con i Cinque Stelle, per una sinistra larga e plurale

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Si è conclusa ieri sera 14 settembre a Marina di Ravenna la Festa a Marina di Articolo Uno e Sinistra per Ravenna con l’intervento di Pierluigi Bersani di fronte a circa 200 persone. Intervistato dal coordinatore della nostra testata Pier Giorgio Carloni, Bersani ha risposto a varie domande sull’attualità politica, riscuotendo molti applausi dai suoi sostenitori.

Sul governo giallo-rosso guidato da Giuseppe Conte, Bersani ha avuto parole di convinto apprezzamento sia per come la compagine governativa ha affrontato la terribile emergenza sanitaria (siamo stati i migliori in Europa e gli altri sono stati costretti a fare come noi, ha detto il Presidente di Articolo Uno MDP), sia per l’accordo sul Recovery Fund e sui finanziamenti ingenti per la ripresa del paese che l’Italia ha ricevuto dall’Europa. Ha appoggiato anche all’azione di Giuseppe Conte in particolare, mentre ha sdrammatizzato – considerandole fisiologiche – le fibrillazioni nel Governo su varie questioni (dalle concessioni autostradali all’Ilva, dal MES alla scuola), per arrivare al nodo politico principale: la tenuta e il futuro del governo “dipendono da cosa vogliono fare da grandi i due partiti principali del Governo, M5S e Pd”. Se capiscono che devono dare vita a un’alleanza di sinistra e innovatrice dell’Italia allora ci sarà un futuro, altrimenti le fibrillazioni continueranno e potranno essere guai per il Governo e per il paese, ha detto Bersani, “perchè dopo questo Governo non c’è Draghi, no, ci sono solo Salvini e Meloni.”

La seconda domanda verteva ancora sul rapporto fra Pd e M5S ed era posta così dall’intervistatore: Nel febbraio del 2013 lei andò a quel famoso incontro con il M5S che fu giudicato da molti come una sorta di umiliazione del Pd e sua personale. Per me invece fu un atto di disperata consapevolezza dei nuovi equilibri e anche di coraggio per cercare di imboccare una strada inedita e forse allora inaudita. Infatti andò come andò, perché i tempi non erano maturi per equilibri più avanzati, come si direbbe in politichese… A distanza di 7 anni, che cosa pensa dell’incontro-confronto attuale e futuro con il M5S? 

Rispondendo alla domanda, Bersani ha detto che “disperata consapevolezza” era la definizione più intelligente che avesse sentito dopo quel famoso incontro in diretta streaming con Crimi e Lombardi, perché lui era consapevole allora che quel passaggio doveva essere tentato, anche se sapeva allo stesso tempo che quasi nessuno dei suoi era d’accordo e che i Cinque Stelle non erano ancora pronti e perciò quel tentativo generoso era destinato al fallimento. Detto questo, Bersani ha ricordato che il tema del rapporto fra sinistra e M5S è in piedi e più che mai attuale, perché una parte del popolo Cinque Stelle prima era popolo della sinistra (ha ricordato che il movimento dei vaffa e di Grillo è nato proprio qui in Emilia-Romagna) e con quel popolo bisognava e bisogna tornare a parlare, dialogare, costruire insieme. Si tratta di un dialogo difficile, a tutti i livelli, ma ineludibile. Per Bersani ricomporre la sinistra e costruire un progetto nuovo per l’Italia significa anche inserire i Cinque Stelle in questo percorso, Cinque Stelle che sono cambiati molto rispetto a 7 anni fa.

Parlando del futuro della sinistra e di una futura ricomposizione, è stato chiesto a Bersani che cosa pensa delle parole di Stefano Bonaccini che rivorrebbe nel Pd sia Bersani che Renzi, cioè il ritorno a casa sia di chi se ne è andato da sinistra, sia di chi se ne è andato da destra. Il Presidente di Articolo Uno ha liquidato la faccenda con una battuta fulminante: “Sì, io e Renzi in vespa per i colli bolognesi, con Renzi davanti però.” Ha poi aggiunto che la questione non può essere posta in questi termini e che a lui non piace essere tirato in ballo in questi termini dai fratelli del Pd. Per Bersani la ricomposizione della sinistra è una cosa seria, da affrontare seriamente, perché la sinistra è sotto la soglia di ciò che dovrebbe essere per il Paese. Serve un salto in avanti non un rimettere insieme i vecchi pezzi, ha detto in sostanza. Ha ribadito che serve una sinistra larga e plurale e che “per costruirla bisogna mettersi tutti attorno a un tavolo, insieme, un tavolo dove ci sia posto per tutti”. E ha ricordato che il Pd in quanto partito più importante della sinistra deve prendere in questo senso l’iniziativa e deve farlo in fretta, perché “non abbiamo più molto tempo”.

Infine sul Referendum del 20 e 21 settembre per approvare il taglio dei parlamentari Pierluigi Bersani ha ricordato le ragioni che lo fanno propendere stavolta per il Sì a differenza del dicembre 2016 quando votò No alla riforma costituzionale voluta da Renzi. L’altra volta, ha detto, si metteva mano a una buona parte della Costituzione e si creavano le premesse per un assetto che poteva diventare pericoloso: “con poco più del 30 per cento dei voti un partito e anche un leader poteva controllare tutto” ha detto Bersani. Stavolta c’è in ballo solo il taglio dei parlamentari che è “una cosa che la sinistra ha sempre voluto”. E i correttivi legati al taglio certamente sono necessari e arriveranno, ha assicurato Bersani. Insomma, nessuna paura di comprimere rappresentanza e democrazia per Bersani, che invita gli elettori di sinistra ad avere in questa occasione il coraggio di cambiare.

Prima dell’intervento di Bersani, un giovane di Marina, Giosué Orselli (nella foto),  ha eseguito alcuni brani, fra cui Bella Ciao, con la tromba. Giosué ha accompagnato con il suono del suo strumento anche tutte le celebrazioni civili durante il lockdown a Marina di Ravenna, a partire dal 25 Aprile.

Marina

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