Gibertoni (Gruppo Misto E-R): “Tutelare fenicotteri, specie mediterranea e non aliena”

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La consigliere regionale del Gruppo Misto Giulia Gibertoni ha presentato in Giunta un’interrogazione sulla tutela dei fenicotteri che sottolinea essere “specie mediterranea e non aliena come erroneamente sostenuto da un rappresentante del PD regionale”.

Il testo dell’interrogazione

Visti

  • il decreto legislativo 15 dicembre 2017 n. 230, recante “Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”, entrato in vigore il 14 febbraio 2018 ;
  • il Regolamento (UE) n. 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, entrato in vigore il 1° gennaio 2015;
  • la lista delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, di cui al suddetto Regolamento UE 1143/2014, presenti in Italia, che nella parte uccelli vede presenti 4 specie: Maina comune (Acridotheres tristis), Oca egiziana (Alopochen egyptiacus), Corvo indiano delle case (Corvus splendens), Gobbo della Giamaica (Oxyura jamaicensis) e Ibis sacro (Threskiornis aethiopicus);
  • la direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici c.d. “Uccelli”, in particolare, l’art. 4 che prevede: “Per le specie elencate nell’allegato I sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat, per garantire la sopravvivenza e la riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzione” e l’Allegato I, che vede riportata la specie Fenicottero (Phoenicopterus ruber) all’interno della famiglia Phoenicopteridae, dell’ordine dei Phoenicopteriformes;
  • il “Monitoraggio degli uccelli acquatici nidificanti nel Parco del Delta del Po Emilia-Romagna” svolto, nel 2009, nell’ambito del Progetto 10DEPO02 “Programma di monitoraggio dell’avifauna nel Parco regionale del Delta del Po” dal Parco del Delta del Po, dalla Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna e ISPRA e con il contributo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in particolare, la sezione n. 4 “Monitoraggio della Colonia di fenicotteri nel Parco del Delta del Po”;

premesso che:

  • il suddetto decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 230, adegua, quindi, la normativa nazionale italiana alle disposizioni del Regolamento UE sopra citato, individuando i seguenti principi e criteri: il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (ex MATTM oggi Ministero della Transizione ecologica) è l’autorità nazionale competente individuata per i rapporti con la Commissione Europea, il coordinamento delle attività e il rilascio delle autorizzazioni e dei permessi, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) viene individuato quale ente tecnico scientifico di supporto al Ministero per lo svolgimento delle attività previste e le Regioni e le Province Autonome, nonché i Parchi Nazionali, rientrano tra i destinatari primari della norma in virtù delle competenze in materia di monitoraggio e attuazione degli interventi di eradicazione e delle misure di gestione, nonché di ripristino degli eventuali ecosistemi danneggiati;
  • si è stabilito un sistema di sorveglianza delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, coordinato dal Ministero con il supporto di ISPRA, finalizzato ad assicurare il monitoraggio del territorio nazionale, che viene condotto dalle Regioni e dalle Province Autonome, con il supporto di ISPRA, avvalendosi delle strutture deputate all’attuazione del monitoraggio ex art. 11 della direttiva 92/43/CEE, ex art. 8 della direttiva 2000/60/CE ed ex art. 11 della direttiva 2008/56/CE;
    fino ad oggi sono state pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea tre liste di specie esotiche vegetali ed animali di rilevanza unionale (14 luglio 2016, 12 luglio 2017 e 25 luglio 2019), che complessivamente costituiscono un elenco di 66 specie;
  • per specie esotiche invasive si definiscono quelle specie di animali e di piante originarie di altre regioni geografiche (volontariamente o accidentalmente introdotte sul territorio nazionale), che abbiano sviluppato la capacità di costituire e mantenere popolazioni vitali allo stato selvatico e che si insediano talmente bene da rappresentare una vera e propria minaccia, entrando in concorrenza diretta con alcune delle nostre specie e potendo alterare lo stato degli habitat e degli ecosistemi naturali;
  • nella seduta della Commissione assembleare “Politiche economiche”, del 12 aprile 2021, nell’ambito della trattazione dell’oggetto C35 – “Richiesta di parere alla competente Commissione sullo schema di delibera della Giunta regionale recante: Calendario venatorio regionale – stagione 2021/2022” un consigliere regionale di maggioranza, ex Presidente del Comitato Esecutivo dell’Ente Parco del Delta del Po (Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità della Macroarea Delta del Po) ha dichiarato: “Uno degli aspetti più critici che oggi non è stato evidenziato è quello legato alle specie aliene o comunque non autoctone è un dato che sta evolvendo in maniera importante anche se, ripeto, gli studi che abbiamo a disposizione sono pochi, specie aliene come per esempio gli ibis, che sono quasi diventate autoctone, che oggi nel nostro territorio, io vengo dal Parco del Delta del Po, fino a qualche tempo fa non esistevano e oggi invece sono arrivati a nidificare, …  lo stesso vale per il fenicottero che fino ai primi anni del 2000 sul territorio da cui io vengo non esisteva, non c’era, oggi invece è presente e nidificante e, diciamo così, in un qualche modo, sta togliendo spazio ad altre specie, non mi dilungo però potremmo parlare per ore per esempio del cormorano e di come quelle specie stiano creando alla nostra biodiversità, che da un certo punto di vista proviamo comunque a tutelare, vedasi anguilla, con progetti importanti perché l’anguilla è una specie in via di estinzione, vengano vanificati dal proliferare di queste specie non autoctone, daino e quant’altro.”;

considerato che

  • il fenicottero non è una specie aliena, non solo perché non figura negli elenchi unionali delle specie aliene, ma perché anzi, al contrario è una specie tipicamente e sicuramente mediterranea, la cui presenza in Sardegna e Sicilia è attestata con certezza già in epoca storica, come dimostra Cetti 1776 – “Mirando la mattina da Cagliari verso gli stagni, a chi par di vedere in quelle acque un argine di mattoni, chi crede ravvisarvi una grandissima quantità di foglie galleggianti e non sono altro se non i fenicotteri, che vi stanno in fila, e cagionan l’illusione colle loro rosee ali. Di più bel colore non s’imbellettò mai l’aurora, ne splendettero i roseti di Pesto, quanto sono vaghe le ale del fenicottero. Le penne maestre [=remiganti] sono nere, ma alle nere sono sovrapposte in più ordini le piume di rosa, ma di rosa la più accesa, e più viva, e nella maggior frescura.”, oppure, andando ancora più indietro nel tempo, nel Codice Vaticano del De arte venandi cum avibus di Federico II, seconda metà del secolo XIII, splendidamente e riccamente miniato, è raffigurata “Una specie di oca bianca dalle lunghe zampe rosse immerse nell’acqua, uccello etichettato successivamente come phoenicopterus. Il becco rosso è curvo, il contorno alare e parte della schiena sono rossicci. Il contesto, anche pittorico, è ovviamente quello degli uccelli acquatici, che si trovano in grande varietà e quantità disseminati lungo due corsi d’acqua sovrapposti. Secondo il commento alle miniature dell’edizione consultata [1991: 265], il fenicottero insieme con altri uccelli (cormorano, chiurlo maggiore, cigno) è esempio di uccelli la cui “statura rende impossibile improvvisi scarti durante il volo”;
  • diverse sono le misure di protezione riguardanti il fenicottero, infatti, è una specie inserita nell’allegato II del protocollo SPA/BIO della Convenzione di Barcellona, nell’allegato II della Convenzione di Berna, nell’allegato II della Convenzione di Bonn, nell’allegato I della CITES oltre che, come già sopra ricordato, nell’allegato I della Direttiva Uccelli;
  • il fenicottero è un grande uccello appartenente all’ordine dei Fenicotteriformi (Phoenicopteriformes) ed è una specie tipicamente mediterranea, che è tornata a nidificato per la prima volta in Italia nel 1993, in Sardegna nell’area delle saline di Montelargius, oggi è presente anche in Sicilia, Toscana, Veneto e Puglia, oltre che nelle Valli di Comacchio dove la prima colonia si sarebbe insediata nel 2000;
  • il fenicottero è diventato uno degli animali simbolo degli ambienti umidi, cioè di quegli ecosistemi delicati e preziosi, tra i più importanti a livello globale, per la conservazione della biodiversità;
  • il fenicottero così viene descritto in una pubblicazione di ISPRA: “il fenicottero rappresenta per le zone umide del Mediterraneo una specie-bandiera di significato probabilmente ineguagliabile”;
  • nel Parco Naturale Regionale di Montelargius – Saline, il primo sito italiano ad ospitare nuovamente un’ampia colonia nidificante di fenicotteri, vi nidificano un numero di coppie di fenicotteri tra 20 e 30 mila, si è posta particolare attenzione alla gestione dell’area naturalistica e così si esprime un tecnico del Parco: “La popolazione è cresciuta perché l’ambiente glielo consente, qui i fenicotteri hanno trovato un habitat ideale e non c’è alcuna evidenza di risvolti negativi legati alla loro presenza. Inoltre, le 26mila coppie non corrispondono a 26mila pulcini, il successo riproduttivo è infatti del 30% perché ci sono tanti predatori e soprattutto il gabbiano reale si sta specializzando nell’attaccare le loro uova. Decisivi, per evitare che le acque di Molentargius si trasformassero in una pericolosa bomba batteriologica, si sono rivelati i lavori eseguiti sugli argini del bacino della Bellarosa maggiore, il luogo preferito per la nidificazione. Nel 2016 sono finite le opere del progetto Life il cui obiettivo era proprio quello di assicurare un approvvigionamento idrico costante, oggi c’è un ricambio continuo che assicura che l’acqua sia sempre pulita. Noi facciamo analisi con cadenze regolari e non abbiamo mai riscontrato livelli di inquinamento batteriologo preoccupanti, a dimostrazione che l’ecosistema si regola da solo.”;

Interroga la Giunta regionale per sapere:

  • se non ritenga utile ed opportuno informare il suddetto consigliere regionale, ex Presidente del Comitato Esecutivo dell’Ente Parco del Delta del Po (Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità della Macroarea Delta del Po) e comunque rendere chiaro alla comunità regionale che il fenicottero non è una specie aliena, anzi è una specie tipicamente mediterranea e che la sua presenza va vista come un ritorno e una ricchezza per le aree umide e per la biodiversità;
  • se non ritenga utile ed opportuno proseguire nelle attività di studio e monitoraggio di questa specie e, in generale, delle aree umide, veri e propri serbatoi di biodiversità, contribuendo, semmai, alle azioni necessarie affinché il delicato equilibrio su cui si basa la loro esistenza possa permanere;
  • quale sia, in particolare la consistenza del fenicottero sul territorio regionale, anche in relazione agli altri siti in cui è presente sul territorio italiano e mediterraneo e quali le prospettive per il futuro.

Il Consigliere regionale Giulia Gibertoni

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