Filippo Donati ha l’appoggio del neonato Partito Moderato d’Italia. E comincia a proporre alcuni contenuti della sua idea di Ravenna

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Paolo Silvagni, Presidente Nazionale del Partito Moderato d’Italia, dichiara con una nota giunta in redazione che il Partito Moderato d’Italia “appoggia la candidatura di Filippo Donati a sindaco di Ravenna. Donati è un imprenditore ravennate di nota esperienza, ed ha le idee e le capacità per prendere in mano il governo della città e portarla verso un futuro di rinascita e benessere. Il Partito Moderato d’Italia è una formazione politica di centro, di ispirazione cattolica, liberale ed europeista” conclude la nota.

Il Partito Moderato d’Italia – di cui nessuno conosceva l’esistenza – risulta essere stato fondato il 20 gennaio 2021 da Paolo Silvagni (nato a Lugo nel 1985) che con la famiglia gestisce il marchio di calzature Valleverde. Co-fondatore Andrea Gaspardo.

LA RICETTA DONATI

Intanto Filippo Donati sta cominciando sulla sua pagina Facebook a proporre alcuni contenuti del suo programma. Ieri ha citato e fatte sue le parole dell’architetto Stefano Boeri, quello del bosco verticale di Milano, perché sono di “grande ispirazione per noi di Viva Ravenna, e lo leggiamo già immaginando la Ravenna del prossimo futuro. Perchè la premessa del nostro programma sta in una frase: “desiderare la città del futuro è già disegnarla”.
“Nel prossimo futuro, come già si percepisce, punteremo sul verde. queste sono parole di Donati – Il trend è già evidente: in città ed aree metropolitane come quelle di Londra e Parigi si stanno attrezzando grandi giardini ed aree verdi. A Milano si prevede di piantare 3 milioni di alberi entro il 2030. Ma sarà un verde non superficiale e non casuale. La scienza che dominerà gli scenari dell’architettura futura sarà la botanica e tutto quello che le installazioni verdi possono fare per rendere la città più vivibile, aperta, inclusiva. Non saranno i dehor da soli a liberarci dalla pandemia, l’occasione è quella di andare oltre e aprire spazi, chiudere strade per farle diventare le nostre nuove, dilatate stanze di vita. Il concetto è quello della “città estroversa”. Il Covid ci ha fatto riscoprire spazi esterni in cui avventurarci: i tavolini di bar e ristoranti nelle strade, sotto ai portici, in angoli fino ad oggi impensati, indicano quali nuovi scenari Ravenna può offrire ai propri cittadini, ai propri visitatori, ai propri turisti. Il mondo del commercio, che in altri fasi sociali e storiche ha sempre contrastato la chiusura delle strade e la pedonalizzazione, si sta ora interrogando sul proprio espandersi all’aperto, le strade saranno le nostre nuove stanze, la nostra nuova socialità. Pensiamo siano questi i criteri a cui si deve guardare per disegnare la Ravenna del prossimo futuro. Non rimanere indietro e seguire ciò che si è già evoluto, ma cogliere l’evoluzione delle esigenze e sposare l’evoluzione con il “coraggio del rischio buono”.

Nel pomeriggio di oggi invece Donati ha parlato del centro storico. “In tempi brevi, è da perseguire il miglioramento degli standard di servizio (animazione/eventi; pulizia, sicurezza e segnaletica; collegamenti efficienti; integrazione tra offerta commerciale e di svago. In tempi via via più lunghi, la qualità urbana con manutenzione dello spazio pubblico e delle ‘quinte’ edilizie; qualificazione e coordinamento dell’arredo urbano pubblico e privato; la dotazione di parcheggi individuando aree idonee che consentano un facile, agevole ed economico accesso al Centro storico, la qualificazione dei percorsi, l’utilizzo delle potenzialità urbanistiche. – scrive Filippo Donati – Per rivitalizzare il centro storico occorre cambiare visione, orientamento, accessibilità, rapporto con i residenti e con i turisti. Riuscire dipenderà dal “nuovo modo di competere” che è quello di collaborare, di far uscire il senso di appartenenza dei soggetti singoli al progetto comune; il punto di partenza deve essere di stimolo, coinvolgimento, formazione. Occorre un chiaro, consapevole e convinto modello di governance.”

Sul piano organizzativo “occorre definire una concertazione in cui il Comune e le associazioni di categoria coordinino la ‘messa a sistema’ di tutte le attività del centro; uno strumento flessibile, che comprenda di volta in volta le problematiche affrontate; un Comitato di coordinamento che implementi e verifichi le azioni disposte e approvate. Serve un assessorato che abbia una visione complessiva della Città-prodotto’ e che abbia le competenze per supportare l’offerta nella sua organizzazione, garantendone l’efficacia. Il Comune dovrà essere ‘regista’; predisporre un calendario unico condiviso delle manifestazioni e attività, ricercando sinergie ed evitando le sovrapposizioni. Importante anche un nuovo sistema di comunicazione (marketing digitale) per informare per tempo turisti e cittadini delle iniziative. – precisa Donati – Il marketing e rivitalizzazione della città dipendono dalla concezione che ne ha il suo livello decisionale. Il nostro obiettivo è la consapevolezza sull’identità, ruolo e obiettivi del Centro storico. La città come luogo accogliente e sorprendente, fornitore di emozioni, da raccontare all’esterno; contenitore di più funzioni per cittadini e turisti; una città in cui studiare il ruolo e il rapporto che avranno Centro storico e Periferie (tra offerta fisica e digitale) al tempo ed alla velocità dell’online.”

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