Fusignani e Mingozzi (Pri): lo studio di Nomisma conferma la difesa del metano e del ruolo energetico di Ravenna

Più informazioni su

“Se ancora ve ne fosse bisogno – affermano gli esponenti del PRI Eugenio Fusignani e Giannantonio Mingozzi presenti ieri alla illustrazione dello studio di Nomisma Energia per il ROCA – occorre avere ben chiaro che la transizione energetica verso nuove fonti avrà tempi lunghi ed i prodotti derivati dagli idrocarburi sono ancora indispensabili per l’industria e per la nostra vita quotidiana: per questo Ravenna può essere garante in Italia dell’applicazione di nuove tecnologie con le giuste competenze, dalla cattura e stoccaggio della CO2 ai parchi eolici, dalla produzione di biometano e idrogeno alla produzione elettrica dalle onde. Una vocazione, quella ravennate, che come PRI continueremo a difendere in ogni sede, istituzionale, imprenditoriale e degli occupati nelle industrie degli idrocarburi. Concordiamo poi con Tabarelli quando sottolinea che il gas con 71 miliardi di metri cubi è ancora la prima fonte a copertura della domanda di energia dell’Italia, paese che ha ancora grandi riserve a partire da quelle ravennati; eppure continuiamo ad importare gas dalla Russia o dall’Africa consumando molta energia, con più emissioni e perdite dai tubi, emettendo per questo C02 al costo di 100 milioni di euro, mentre il gas italiano e ravennate ha meno emissioni perchè non è trasportato per lunghe distanze. Non è ancora chiaro – concludono Fusignani e Mingozzi – quale forma di energia potrà sostituire petrolio e metano, ma Ravenna, per dirla con il presidente del Roca Franco Nanni, oggi avvia l’eolico con AGNES, ENI lo stoccaggio, il GNL con il primo deposito in ottobre e siamo fiduciosi che il Governo emetta concessioni per coltivare i campi di gas e accompagnare cosi una concreta transizione.”

MINGOZZI: “IL NUOVO CENTRO RICERCHE MERITA IL NOME DI RAUL GARDINI”

“È straordinario il percorso compiuto negli ultimi anni da Istituzioni, Flaminia e Alma Mater affinchè il Centro Ricerche Ambientali di Marina venisse salvato e rilanciato, dopo lunghe traversie, da una inesorabile scomparsa. Un’operazione portata a termine con risorse pubbliche e private che Comune, Regione e Fondazione Universitaria hanno guidato in modo magistrale e che oggi permette alla Ravenna universitaria ed imprenditoriale di poter contare su una sede di ricerca industriale aperta e capace di produrre brevetti e attrarre interessi dal mondo dell’energia e dalle scienze ambientali marine e terrestri. Un grande risultato che dimostra la crescita continua del campus e l’intenzione di rendere produttiva ricerca e laboratori anche per accrescere i tecnici di nuova generazione impegnati nei grandi lavori imminenti come i fondali del porto o le infrastrutture di collegamento… Il pensiero va soprattutto a Raul Gardini. La sua intuizione che ha impegnato Montedison a muovere i primi passi del centro trent’anni fa e poi ad inaugurarlo con l’Università, Roversi-Monaco presente, e con il Comune proprietario dell’area, colse in pieno quell’esigenza di rendere meno dipendente e più autorevole la ricerca in proprio su chimica, nuovi materiali, riconversione di derivati dalla produzione agricola, etanolo ed altre produzioni “verdi”. Mi permetto di suggerire a tutti gli enti che si sono prodigati per fa rivivere quel sogno di Gardini che proprio a lui andrebbe intitolato il Centro, perchè senza quella caparbietà e volontà di disegnare nuove frontiere oggi a Marina non avremmo una sede così qualificata e utile alla ricerca italiana ed europea.” Così Giannantonio Mingozzi del Pri sulla inaugurazione del Centro Ricerche Ambientali di Marina.

Più informazioni su