MA ALICE NON LO SA / A tu per tu con lo sconfitto Filippo Donati, “l’unica cosa che de Pascale ha asfaltato in 5 anni” come dice lui

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Entro nella Bat caverna – Hotel Diana mentre Filippo Donati si destreggia tra telefonate, check in di clienti, fornitori che chiedono una firma, ma guardandomi attorno non vedo pipistrelli… sarò nel posto giusto? Sbrigate le attività in cui era indaffarato ci sediamo e iniziamo una chiacchierata per conoscere meglio non solo e non tanto il Donati politico, ma l’uomo Filippo, colui che ha sfidato Michele de Pascale alle ultime elezioni e ne è uscito sconfitto. Man mano che risponde alle mie domande mi accorgo che non c’è rammarico o risentimento nei confronti di chi ha vinto. C’è piuttosto voglia di guardare al futuro e di dare un contributo costruttivo, seppur dai banchi dell’opposizione, a migliorare la nostra città. Sensibile da sempre al tema del turismo, dell’accoglienza, della fruibilità dei servizi per incentivare questo settore fondamentale per il nostro territorio. Traspaiono in lui determinazione e voglia di fare bene.

L’INTERVISTA

Donati, partiamo dall’attualità e dalle manifestazioni al porto contro il green pass, che hanno avuto come strenuo sostenitore il consigliere della Lega Rolando. Lei su Facebook si è dissociato da quelle posizioni. Ma qualche giorno fa aveva annunciato che in consiglio comunale la sua lista, Lega e Fratelli d’Italia intendono mantenere una certa compattezza e un approccio operativo condiviso. Se si comincia così, però, questo intento di mantenere una linea comune naufraga ancor prima di prendere il largo… non le pare?

“Ho espresso senza mezzi termini la mia totale contrarietà a queste manifestazioni, non condivido la posizione di Rolando anche se non sta a me “condannarlo”, perché lui esprime comunque un disagio diffuso che è inutile mettere sotto al tappeto. Io non sono però nella condizione di chiederne le dimissioni, sono decisioni che spettano ai dirigenti del suo partito, e se vuole la mia opinione non lo faranno. Ex big della Lega come Pini e Gardin, per esempio, lo vorrebbero al bando non certo da adesso, ma forse lo fanno più che altro perché loro hanno incrinato i rapporti con Salvini e gli attuali vertici locali del partito, vertici a cui Rolando è ben saldo.”

Col senno di poi, a bocce ferme, l’alleanza con Lega e FDI le ha portato più vantaggi o svantaggi sul piano del risultato elettorale? La rifarebbe?

“Sì, rifarei questa alleanza, perché una lista civica da sola non poteva puntare al ballottaggio senza partiti forti alle spalle, vedi il risultato delle civiche che hanno corso da sole, tipo Pigna e Ancisi. Poi certo abbiamo subito il calo di consensi della Lega sul piano nazionale. Solo pochi mesi fa quel partito poteva fare da traino per mettere in crisi la sinistra anche a livello locale, portando de Pascale al ballottaggio. Che era poi il mio obiettivo.”

In un post esilarante dopo la sconfitta ha scritto “sono l’unica cosa che de Pascale ha asfaltato in 5 anni”: battuta che fa emergere il suo lato autoironico e scanzonato, che tutti abbiamo imparato a conoscere sui social. Quanto conta l’ironia e il prendersi non troppo sul serio nella sua vita?

“Ironia e autoironia sono tutto, questo è uno dei grandi insegnamenti di mio padre: non prendersi mai troppo sul serio, mai fare qualcosa “contro” qualcuno, ma mantenere una leggerezza che spesso è l’unica arma a disposizione quando si prendono degli sberloni. Mantenere sempre un profilo basso, rimanere sempre coi piedi per terra. Io più che ironico sono autoironico, nel senso che mi riesce più facile prendermi in giro che prendere in giro gli altri. Questo non mi appartiene.”

In famiglia e nella sua cerchia di amici più intimi chi sono stati quelli che hanno creduto di più in lei e nella sua avventura? C’è qualcuno che invece le ha detto sin dall’inizio ‘Filippo ma chi te lo fa fare’?

“Chi te lo fa fare me l’hanno detto praticamente tutti, solo i miei figli mi hanno sempre spronato a buttarmi in questa avventura, perché sapevano che lo facevo per il bene che voglio alla mia città. I giovani hanno un modo di affrontare le cose completamente diverso, sono più di larghe vedute, e questo l’ho riscontrato anche osservando i candidati più giovani che si sono impegnati in questa campagna elettorale, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza. Dalle nuove generazioni abbiamo solo da imparare.”

Che rapporti umani e politici ha con le altre componenti dell’opposizione? Ancarani, Ancisi, La Pigna…

“Buoni, io parlo e parlerò con tutti, un buon funzionamento della democrazia è garantito anche da un’opposizione (la parola opposizione non mi piace, preferisco parlare di minoranza) che sappia vigilare e contribuire attivamente a rendere migliore la nostra città. La volontà di interloquire da parte mia non mancherà di certo, anche con la maggioranza, poi per impostare collaborazioni costruttive su tematiche che stanno a cuore a tutti bisogna che ci sia la volontà da ambo le parti, quindi vedremo… Io vengo da un sindacato di categoria e lì ho imparato che la cosa più importante non è il proprio tornaconto, ma portare avanti gli interessi di tutti. Il Partito Democratico è ancora legato all’ideologia, prima di scegliere il bene della città sceglie il bene del partito. Io spero che questa cosa cambi, spero che le proposte della minoranza vengano sempre vagliate e non rigettate a priori. Non mi interessa entrare in Consiglio comunale per scaldare la sedia.”

Restiamo ai rapporti con Ancarani. Durante la campagna elettorale non le ha risparmiato critiche, quella principale fondata sul suo essere sostanzialmente contiguo al sistema di potere della sinistra che amministra da sempre la città. Lo ha perdonato?

“Io Ancarani l’ho sempre stimato e continuo a stimarlo nonostante le legnate che non mi ha risparmiato durante la campagna elettorale… non riesco a volergli male, e nei suoi attacchi a volte molto duri non ho mai ravvisato cattiveria. Le cose che mi hanno ferito sono state altre, e non da parte sua, perché agli attacchi politici faccio fronte, ho le spalle robuste da ex rugbista… alle meschinità, alla volontà di colpirmi come uomo e non come personaggio politico, invece, sono sempre vulnerabile, non mi ci abituerò mai. Ignorare e andare avanti a testa alta, è l’unica strategia per sopravvivere nella giungla della politica.”

Filippo Donati

In passato l’ho definita il Batman di Ravenna, per il suo essere sempre in prima fila in iniziative di volontariato e a scopo benefico. Un po’ come Bruce Wayne, insomma, che al bisogno non esita a inforcare maschera e mantello per combattere contro le ingiustizie. Sulla sua strada ha trovato Superman de Pascale?

“Catwoman sarebbe stata una donna: è la prima persona che ho contattato per coinvolgerla nella mia squadra, ma ha detto no, non rivelo il nome, ma mi sarebbe piaciuto averla al mio fianco…Nicola Grandi nel ruolo di Robin non ce lo vedo molto… all’inizio anche lui era restio a imbarcarsi con me, aveva ancora il progetto di Ora x Ravenna in ballo, poi sono riuscito a convincerlo e ne sono contento. Siamo legati da una forte amicizia.”

Che rapporto ha mantenuto con i suoi ex pupilli Vandini e Tardi e dell’esperienza di CambieRà che cosa salverebbe?

“In realtà si può dire che fui io a essere coinvolto da Vandini per il progetto CambieRà, non il contrario, come tutti pensano: io mi sono occupato di turismo, che è la cosa di quell’avventura che rivendico ancora con orgoglio. Ancora oggi penso che il progetto CambieRà fosse il più bello che abbia mai visto, peccato che poi sia imploso, e ognuno ha preso strade completamente diverse. Comunque, sono in buoni rapporti sia con Vandini che con la Tardi, anche se ci si sente poco.”

C’è un membro della squadra di de Pascale che vorrebbe nella sua?

“Chiara Francesconi.”

Il suo commento a caldo dopo la sconfitta “abbiamo quello che vi meritate”, a molti è suonato come un gesto di scarso fair play… parliamone.

“Non era una cosa contro il PD e gli elettori di sinistra, né contro de Pascale. Molti hanno frainteso, io mi riferivo a quelli che non sono andati a votare e potevano determinare un risultato diverso. Chi si astiene perde la facoltà di lamentarsi o avere voce in capitolo, e questo disamoramento della società verso la politica penso sia una sconfitta per tutti.”

Qual è la cosa che umanamente le resterà di questa campagna elettorale, sia nel bene che nel male?

“La cosa più bella sono stati l’effetto e gli incoraggiamenti di chi mi fermava per strada e mi manifestava la sua fiducia, la stima per il mio mettermi in gioco. La cosa più brutta sono stati gli attacchi personali e la cattiveria gratuiti.”

Tra tutti i candidati schierati su vari fronti il suo fiuto da talent scout ha annusato qualche giovane che secondo lei farà strada, uno o una con l’X Factor per capirci?

“Uno su tutti, Martin Utili, candidato nella mia lista, ha una carica incredibile, parlatore eccezionale, mi ha lasciato stupito per la passione e l’abilità innata di saper comunicare con le persone, e io non sono un novellino… segnatevi questo nome, perché sentiremo ancora parlare di lui. Poi Annagiulia Randi, neo Assessora, trovo che sia stato un bel segnale togliere la delega del porto dalla ragnatela repubblicana. Lei è competente e farà sicuramente bene.”

Filippo Donati

Il suo pregio e il suo difetto più grande?

“La pazienza: è sia un pregio che un difetto, io non mi incazzo mai, non è nel mio DNA.”

Scemo chi legge: da dove nasce questo suo modo ricorrente giocare con le parole?

“Da piccolo ero dislessico, vidi questa scritta su un muro e non ne capivo il senso, perché la frase mi sembrava incompleta. Scemo chi legge cosa? Finchè ho capito che il senso di questa frase, come spesso di altre cose nella vita, stava nella sua intrinseca incompletezza. La fragilità, che mi sono sempre portato dentro e che mi ha reso l’uomo che sono, può diventare un punto di forza. Avevo disturbi dell’attenzione, anche se per fortuna non sono mai stato discriminato, ma sui social il tema del bullismo mi allarma, è sempre più dilagante e la battaglia contro queste pratiche avrà sempre in me un sostenitore. Non sono uno che si gira dall’altra parte quando assiste a ingiustizie, che siano nella vita reale o sul web.”

Le sue dirette durante la campagna elettorale sono state sempre improntate sul rilevare criticità, che lei metteva in luce recandosi in loco, sempre condite da una sana dose di ironia. Me ne ricordo una in particolare, che mi fece ridere a crepapelle, con una sua visita a una postazione da birdwatching…

“Sì, ero a Mezzano, nel Parco de Delta del Po e ispezionando la postazione dall’interno le uniche cose che si vedevano erano rami e sterpaglie, esempio di incuria e cattiva manutenzione di alcune zone del territorio, perciò mi venne spontanea la battuta: “ma da qui si vedono le quaglie o i quaglioni?”. Però specifico che i miei erano video, anche se sempre improvvisati in modalità “buona la prima”. Le dirette sono il marchio di fabbrica di Ancarani, diamo a Cesare quel che è di Cesare…”

C’è qualcosa che vuol dire al neo-eletto Sindaco de Pascale o, come lo chiama lei, “l’asfaltatore degli albergatori”?

“Gli faccio il mio in bocca al lupo, e, se posso permettermi un consiglio, cerchi di sviluppare più empatia con la città. L’errore che ho visto fare a tanti politici è quello di perdere un po’ il contatto con la quotidianità e il vissuto concreto dei cittadini, mentre è fondamentale saper intercettare i disagi, le criticità, prima che sfuggano di mano. Questo spettro della sindrome del palazzo e delle stanze del potere chiuse in una torre d’avorio è ciò che bisogna scongiurare. A qualsiasi parte politica si appartenga, mai perdere il contatto con la realtà che ti circonda. Da un bravo sindaco mi aspetto che sappia mantenere un filo diretto coi propri elettori, anche con chi non lo ha votato, perché deve saper rappresentare tutti!”

“Perché Batman è l’eroe che Gotham merita, ma non quello di cui ha bisogno adesso. E quindi gli daremo la caccia. Perché lui può sopportarlo. Perché lui non è un eroe. È un guardiano silenzioso che vigila su Gotham. Un Cavaliere Oscuro.” (cit. Il cavaliere oscuro).

Filippo Donati

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