Azione-Italia Viva Bassa Romagna: “siamo il terzo partito a Lugo, saremo determinanti alle prossime elezioni”

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I coordinatori di Azione-Italia Viva della Bassa Romagna – Sabrina Mondini, Roberto Marconi e Marco Sartoni – esprimono “soddisfazione per il risultato raggiunto dal Terzo Polo”. “Il terzo polo è il terzo partito a Lugo, saremo determinanti alle prossime elezioni; un voto più che soddisfacente, un ottimo trampolino di lancio per la crescita di questo progetto politico che in ogni città della Bassa Romagna ha intercettato chi chiede programmi seri e concreti e non slogan”.

“Un recente sondaggio condotto tra gli studenti universitari Milanesi riporta la coalizione Azione-Italia Viva come il primo partito per i giovani studenti intervistati. Non è un caso se si pensa che i giovani vivono un contesto storico culturale caratterizzato da scarsa meritocrazia e non trovano al contempo un chiaro riferimento politico nel panorama italiano. “I giovani votano guardando al loro futuro, hanno bisogno di strumenti e opportunità, non di sussidi” dichiarano i coordinatori di Azione-Italia Viva per la Bassa Romagna, che in questo intervento guardano al futuro dei giovani sul territorio Lughese evidenziando alcuni importanti progressi ma anche diverse difficoltà. – dicono Azione e Italia Viva – In cima alla piramide degli elementi di prestigio Mondini, Marconi e Sartoni annoverano il neonato Corso Universitario di Meccatronica nato a Lugo dalla sinergia Pubblico Privato: “Nel territorio della Bassa Romagna questo settore rappresenta una delle più importanti realtà economiche Italiane, trovando il suo naturale sbocco nel mercato automotive, agroalimentare, packaging e tutta la meccanica in generale. Sono presenti tante piccole e medie imprese, eccellenze a livello nazionale e mondiale che investono molto nella ricerca. Aziende che hanno ben conosciuto e sfruttato le opportunità di Industria 4.0.” Tra le ombre, invece, evidenziano la necessità di chiarezza sul ruolo dell’Ospedale di Lugo e della medicina territoriale in generale, partendo dal destino del Punto Nascita a Lugo, prima accorpato a Faenza e ora pare a Ravenna. “Oltre al mancato servizio ai cittadini del territorio con lo stop alle nascite nel nostro Ospedale”, dichiarano Mondini, Marconi e Sartoni “c’è da considerare il mancato sviluppo di tecniche mediche all’avanguardia che reparti specialistici come il punto nascita comportano, con evidenti ricadute negative sulla ricerca e sviluppo e per contro sulle opportunità professionali dei giovani laureati del nostro territorio”.

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