L’UNGCI di Forlì Cesena contro il suicidio assistito: ne parla in un convegno a Palazzo Ghini

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L’Unione Giuristi Cattolici Italiani, Sezione di Forlì Cesena, in linea con la propria adesione al principio della tutela dell’uomo quale persona umana, della sua vita e della sua dignità, ha organizzato, in collaborazione con l’Associazione Il Crocevia, un convegno che si terrà il 12 settembre 2019, ore 15 – 18, a Palazzo Ghini, in Corso Sozzi 39, Cesena.

Il Dott. Alfredo Mantovano, Magistrato e Vicepresidente del Centro Studi Livatino, parlerà de Il suicidio assistito: un “diritto”?, l’ordinanza 207 del 2018 della Corte Costituzionale e i profili più delicati della professione forense. Introduce l’Avv. Stefano Spinelli, Presidente dell’U.G.C.I., Sezione FC.

“Tale iniziativa – spiegano dall’UGCI – ci è apparsa necessaria, in quanto, a seguito della morte del dj Fabo e dell’aiuto ricevuto da Cappato, la Corte Costituzionale ha invitato il Parlamento a modificare l’art. 580 c.p. (aiuto al suicidio). In mancanza, la Corte ha già affermato che provvederà lei stessa – forzando la mano – a indicare le coordinate entro cui legittimare un possibile aiuto al suicidio, incidendo, con parziale dichiarazione di illegittimità costituzionale dell’art. 580 c.p. L’udienza è prevista per il prossimo 24 settembre. Il Governo aveva già fatto sapere che non avrebbe sollecitato alcun intervento legislativo ed è del tutto improbabile che il Parlamento legiferi (ora poi mancano i tempi)”.

“Ora, cosa succederà? – continuano dall’associazione -. Siamo destinati a vedere introdotte nell’ordinamento giuridico disposizioni legittimanti (e in quali modi e termini?) un aiuto al suicidio? Oppure vi sono ancora spazi per contrastare le modifiche? Crediamo infatti che le istanze che oggi si avanzano a legittimare situazioni di vera e propria eutanasia, siano in contrasto con le dichiarazioni ONU di tutela della persona umana, riprese e confermate da molteplici Convenzioni internazionali, in particolare dell’UE e recepite dalla Costituzione Italiana che “garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” (art. 2) e “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (art. 32).  Alla base di tale inviolabile personalità esiste la vita della persona, senza la quale non esisterebbe alcun diritto”.

“Tali nuove pretese – aggiungono – invece vanno a subordinare la vita, e quindi la persona, a condizioni di funzionalità o di soggettiva condizione di dignità, senza le quali la persona si potrebbe legittimamente sopprimere. Papa Francesco, ha più volte messo in guardia dalla “pericolosa e inaccettabile cultura dello scarto”, come conseguenza della crisi antropologica che non mette più l’uomo al centro, ma ricerca piuttosto l’interesse economico, il potere e il consumo sfrenato”. Pochi giorni fa, crediamo anche in vista delle odierne decisioni, il Papa ha affermato: “la pratica dell’eutanasia, divenuta legale già in diversi Stati, solo apparentemente si propone di incentivare la libertà personale; in realtà essa si basa su una visione utilitaristica della persona, la quale diventa inutile o può essere equiparata a un costo, se dal punto di vista medico non ha speranza di miglioramento o non può più evitare il dolore” (Città del Vaticano, 2 settembre 2019)”.

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