Il coraggio, la forza e la lezione di libertà di Ilaria Cucchi alla Festa dell’Unità di Ravenna

Più informazioni su

In questi 10 anni abbiamo imparato a conoscere e ad ammirare Ilaria Cucchi. Una donna tenace, forte, coraggiosa, intelligente. Una bella persona che ha saputo dare battaglia e ha pagato sulla sua pelle, subendo accuse e offese, la sete di giustizia che l’ha sempre animata dopo quel tragico 22 ottobre 2009, quando vide suo fratello Stefano morto, martoriato, all’obitorio. Dieci anni dopo finalmente è caduto il muro delle omertà e dei depistaggi, e sembra farsi strada la verità: si può sperare che giustizia sia fatta. Un diritto di Stefano Cucchi. Un diritto di Ilaria Cucchi. Un diritto di tutti.

Ilaria Cucchi ieri sera, 26 agosto, era ospite della Festa nazionale dell’Unità per parlare del “caso Cucchi” e presentare il bellissimo film di Alessio Cremonini “Sulla mia pelle” – dura e asciutta la storia, magistrale l’interpretazione di Alessandro Borghi – dedicato alla tragica vicenda di Stefano. Insieme a lei – accolta da un caloroso applauso – l’avvocato della famiglia Cucchi Fabio Anselmo e Riccardo De Vito presidente di Magistratura Democratica.

“Dieci anni fa Stefano è morto da solo, oggi il vostro applauso e il vostro abbraccio mi dicono che Stefano non è più solo” ha esordito Ilaria di fronte a una folta platea, con gli occhi lucidi. Poi ha aggiunto: “Il giorno in cui vidi il corpo senza vita di Stefano all’obitorio pensavo di avere raggiunto la vetta più alta del mio dolore, invece era solo il primo passo di una strada costellata di dolore.”

Un vero e proprio calvario quello vissuto da Ilaria Cucchi e dai genitori di Stefano per cercare di ottenere giustizia. Un calvario durato appunto 10 anni e 100 udienze ma che alla fine – dopo tante sconfitte – ha visto finalmente prodursi quella svolta che era necessaria per poter cominciare ad appurare la verità dei fatti, con alcuni uomini dell’Arma che hanno rotto il muro dell’omertà e hanno iniziato a parlare.

“Stefano è morto di tante cose – ha detto Ilaria – e fra le ragioni della sua morte c’è anche il pregiudizio. La prima battaglia che abbiamo fatto fuori dalle aule dei tribunali è stata proprio contro il pregiudizio, contro l’idea che tanto era uno sbandato, un tossico. Per questo è morto solo come un cane. Per questo nelle tante udienze a cui abbiamo assistito si faceva il processo a Stefano, al suo stile di vita, alla sua magrezza, ai suoi rapporti con la famiglia.”

Riccardo De Vito di Magistratura Democratica ha detto che ogni atto di violenza e di tortura compiuto dalle Forze dell’Ordine contro un cittadino è uno scandalo ed è una sconfitta della democrazia. È uno scandalo che si ricorra a questa violenza ed è uno scandalo che si voglia poi coprire la verità, non farla venire a galla. Come nel caso Cucchi. “Tutto questo è intollerabile in uno stato democratico” ha detto De Vito, che poi ha aggiunto che questi episodi sono una sospensione dei diritti e “prove di totalitarismo, che in genere si fanno proprio a danno dei più deboli e dei marginali”.

L’avvocato della famiglia Fabio Anselmo ha definito “da ignorante” le parole del ministro Matteo Salvini che sul caso Cucchi aveva affermato che, nonostante tutto, lui stava dalla parte delle Forze dell’Ordine. “Tutti stiamo dalla parte delle Forze dell’Ordine che fanno il loro dovere – ha detto Anselmo – ma chi delinque commette un reato anche se ha la divisa e chi sbaglia deve pagare anche se ha la divisa. La legge è uguale per tutti e tutti sono uguali di fronte alla legge. Vale per tutti.”

Insomma non ci può e non ci deve essere qualcuno più uguale degli altri e al di sopra delle leggi. Nè ci può essere una giustizia che non sia garantista per tutti alla stessa maniera.

Ancora Ilaria Cucchi ha ribadito con forza che “noi non abbiamo mai voluto mettere sotto processo l’Arma dei Carabinieri, né abbiamo mai chiesto vendetta, ma volevamo solo giustizia per Stefano. Giustizia per Stefano e giustizia anche per tutti gli altri Stefano Cucchi, perché chi sbaglia deve pagare, la giustizia deve essere uguale per tutti e tutti i cittadini devono potere credere nel diritto e nella giustizia. Infine, giustizia anche per le Forze dell’Ordine che fanno ogni giorno il loro dovere e non meritano che il loro lavoro sia macchiato dal comportamento vergognoso di pochi.”

Da ultimo, sul perdono, Ilaria Cucchi ha detto che oggi non è ancora tempo: “Perché questa storia non è ancora finita.”

Ilaria Cucchi
Ilaria Cucchi
Ilaria Cucchi

 

 

 

Più informazioni su