Progetto Cervia attacca: gli enti locali troppo sbilanciati a favore dei balneari

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“La stagione turistica sta prendendo il via, ma rimangono irrisolti tutti i temi posti da tempo da Progetto Cervia sull’utilizzo della spiaggia e delle concessioni demaniali. Se, come sembra, le gare previste dalla Bolkestein avranno un ritardo di cinque anni, in assenza di chiarezza su gestori e canoni, la situazione è destinata a peggiorare. Ci attendiamo che gli attuali gestori non si assumano la responsabilità di investire su infrastrutture per le quali non hanno garanzie, e la corsa sia quella alla massimizzazione dei profitti in queste “ultime” stagioni, trasformando la spiaggia nel luogo in cui dar vita a qualsiasi attività, dalle feste danzanti, ai chioschi-bar per la vendita di alcool, fino all’allestimento di veri e propri negozi di abiti, borse e gadget vari.” Così in una nota la Lista civica Progetto Cervia.

Secondo Progetto Cervia “gli alberghi sono sempre più danneggiati dal chiasso e dalla movida violenta e i tanti stabilimenti che vorrebbero innovare l’offerta della spiaggia, passando dalla logica dell’ombrellone a quella della ristorazione di qualità e del benessere, si sentono attaccati dai vicini di spiaggia che sparano volumi altissimi e riempiono di cocci e porcherie varie le aree a loro adiacenti. Le discoteche, in crisi da anni, subiscono la concorrenza di street bar e stabilimenti balneari. I livelli di rumore e di inquinamento acustico crescono a dismisura e chi non vorrebbe farlo, è comunque spinto da chi lo fa ad emularlo, per tenere il passo della concorrenza, con una situazione che sta letteralmente sfuggendo di mano, anche grazie ad ordinanze troppo permissive ed inefficaci e per l’assenza di un quadro chiaro che doveva essere definito con apposito regolamento generale sulla convivenza tra attività economiche e residenziali.”

Infine per Progetto Cervia “i ristoratori del centro città perdono clienti, soprattutto in fascia diurna, soverchiati da stabilimenti che si inventano ristoratori senza avere continuità di attività per almeno 10 mesi all’anno, senza avere le strutture e le condizioni igienico sanitarie adatte, e soprattutto agevolati dal pagamento di tariffe rifiuti 10 volte più leggere rispetto ai ristoratori tradizionali. La tariffa fissa per i rifiuti degli stabilimenti balneari è, infatti, 0,48 euro, mentre la tariffa variabile è 2,003 euro, contro quelle dei ristoranti fino a 150 mq, pari a, rispettivamente, 4,2 e 17,60 euro. Una sperequazione insostenibile, un’ingiustizia che lede le ragioni della libera concorrenza e del mercato. Ma il Sindaco di Cervia fa spallucce, esattamente come il Presidente della Provincia de Pascale, vero centro decisionale delle tariffe… è una situazione ingiusta e penalizzante e crediamo si debba ritrovare un equilibrio tra categorie economiche che in questo momento è decisamente sbilanciato, creando fonte di grande malcontento tra gli operatori stessi e i cittadini.”

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